Politica internazionale

Parigi vieta le sigarette usa e getta, l'Italia quasi. E in Germania liberi tutti

La stretta sulle e-cig di Schillaci e la linea dura della Francia. L'Oms boccia le politiche tedesche: "Lassismo incomprensibile"

Parigi vieta le sigarette usa e getta, l'Italia quasi. E in Germania liberi tutti

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Parigi vieta le sigarette elettroniche, l'Italia quasi. E in Germania liberi tutti

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In Francia le vietano, in Germania ne fanno man bassa senza alcuna restrizione. Le sigarette elettroniche seguono due percorsi diametralmente opposti nei due paesi europei. E in Italia? A 20 dalla legge anti fumo voluta dall'ex ministro alla Salute Girolamo Sirchia, il ministro Orazio Schillaci ha annunciato divieti in arrivo alla fine di ottobre anche per le e-cig ma il suo piano anti fumo, annunciato a gennaio in audizione alla Camera, incontra parecchi nemici. La bozza sui nuovi divieti limiterà l'uso di sigarette elettroniche anche nei locali all'aperto. Non si potrà più quindi fumare ai tavolini posti all'esterno di bar e ristoranti ma anche alle fermate all'aperto di metro, bus, traghetti e treni.

Per ora i divieti partono in Francia. Lo ha detto la prima ministra Élisabeth Borne all'emittente Rtl, aggiungendo che il governo «presenterà presto un nuovo piano nazionale per la lotta al fumo con, in particolare, il divieto delle sigarette elettroniche usa e getta, i famosi 'sbuffi' che danno cattive abitudini ai giovani». Il governo francese sta dando gli ultimi ritocchi al bilancio 2024 con un piano più ampio per ridurre il fumo, che secondo la Borne è la causa di 75mila morti all'anno nel paese.

In Germania di morti ce ne sono 100mila all'anno ma le politiche sul fumo sono molto più tolleranti e a maglie larghe. Tanto che si pronuncia anche l'Organizzazione mondiale della sanità con un appunto pesante: il governo tedesco non sta facendo abbastanza nella lotta contro il consumo di tabacco. Nella classifica che valuta l'efficacia delle misure anti-tabacco, il Paese governato da Olaf Scholz si posiziona solamente al 34º posto, su 37: «Non riusciamo a capire perché la politica in Germania sia così lassista» è il commento di Rüdiger Krech, alla guida del dipartimento di Promozione della Salute dell'Oms.

L'Oms riconosce i progressi fatti in tutto mondo nella battaglia contro le sigarette e ha sottolineato più volte come purtroppo faccia eccezione la Germania, Paese in cui ogni anno più di 127.000 decessi sono attribuiti al tabagismo. Eppure, nel 2005 il Paese ha ratificato la Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco, che include il divieto di fumo in luoghi pubblici. Nonostante ciò, l'attuale legge anti-fumo è prevalentemente inefficace e non esiste una disciplina unitaria. Ad esempio, solo in alcune discoteche in Baviera, NRW e Saarland è severamente vietato fumare, mentre negli altri Länder sono presenti eccezioni. Idem per quanto riguarda la possibilità di fumare dei dipendenti pubblici.

Ce ne vuole di strada prima di arrivare ai livelli della Svezia che sta dimostrando invece come sia possibile una società senza fumo.

Lassù il tasso di fumo era del 5,6% nel 2022 e si prevede che quest'anno scenderà al di sotto del 5%: il paese scandinavo ha quindi raggiunto l'obiettivo dell'Ue con 17 anni di anticipo e quest'anno sarà definibile, secondo i parametri Ue, un Paese «libero».

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