Politica

«Parisi? Non ha fruttato slegarsi dai partiti»

Giannino della Frattina

Milano Onorevole Mariastella Gelmini, a Milano ha vinto il centrosinistra con Sala.

«Ci ha penalizzato l'astensionismo. Ma con Parisi siamo arrivati a un'incollatura e nessuno mesi fa lo avrebbe pensato».

Comunque avete perso.

«Sala è partito con grande vantaggio grazie all'Expo e alla sfilata di Renzi e dei ministri arrivati per appoggiare la sua candidatura e non per occuparsi dei problemi dei milanesi».

La corsa di Parisi finisce qui o adesso diventa nazionale?

«Parisi sarà una risorsa importante per il centrodestra, ma noi un leader ce l'abbiamo già e si chiama Silvio Berlusconi».

Renzi come se l'è cavata questa volta?

«Una gran batosta e ora è chiaro che governa essendo minoranza nel Paese».

Non è mica un usurpatore.

«È un'usurpazione voler fare un riforma costituzionale grazie a un premio di maggioranza che è già stato dichiarato incostituzionale».

Vi preoccupa la riforma?

«La Carta costituzionale oggi non è certo il maggior problema dei cittadini. Prima ci sono il lavoro, le tasse, la sicurezza».

A Milano i cittadini non li avete mica convinti.

«Il centrodestra ha vinto tante città importanti come Trieste, Savona, Novara, Olbia, Grosseto, Pordenone. E altre».

Non Milano.

«A Milano forse qualcosa alla fine non ha funzionato».

Che cosa?

«Forse nei 15 giorni del ballottaggio c'è stato un po' di scollamento tra il candidato Parisi e i partiti del centrodestra».

La Lega ha tradito?

«Assolutamente no. Ho visto i militanti lavorare duro nei mercati e nei quartieri».

Il centrodestra adesso ripartirà da Milano?

«Riparte dalla sua unità. Dove va unito, con Fi in salute e candidati giusti, le cose vanno bene».

Un'unità che arriva fino a dove? Anche fino ad Alfano?

«Alfano ha già fatto la sua scelta e il campo in cui gioca mi sembra sia lo stesso di Renzi. L'asse è tra Fi, Lega, Fratelli d'Italia, una parte di Ncd e liste civiche sul modello di quella di Parisi e di Lupi a Milano».

A Milano lei ha preso 12mila preferenze e con il 20 per cento Fi ha doppiato la Lega.

«Il merito è di tutti, in particolare di una classe dirigente di giovani come Tatarella, Comazzi, Sardone, De Chirico che hanno preso migliaia di preferenze e dei molti esponenti della società civile che hanno dato il loro contributo. Una classe dirigente ora l'abbiamo, dobbiamo fissare le regole per valorizzarla».

A Roma e Torino gli elettori del centrodestra hanno votato Grillo, ma a Milano Grillo non ha votato centrodestra.

«Io non credo negli accordi».

Però i vostri voti sono andati a Raggi e Appendino.

«I grillini hanno incarnato l'ansia di rinnovamento e una gran voglia di cambiare rispetto al governo Renzi».

Farete fatica a riprenderli.

«Vedremo.

Loro adesso non sono più forza di opposizione, governano e dovranno dimostrare di esser capaci di farlo».

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