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Parlamentarie nel caos: "Qui è un manicomio, sospendete tutti i voti"

Sistema in panne, scoppia la protesta sul blog E gli esclusi presentano ricorso in tribunale

Parlamentarie nel caos: "Qui è un manicomio, sospendete tutti i voti"

Ingorghi virtuali ed esclusi sul piede di guerra. Le parlamentarie del Movimento 5 Stelle vanno in tilt. Anche ieri gli attivisti si sono lamentati sul blog di Beppe Grillo della lentezza delle procedure di voto sul sistema Rousseau. Nel tardo pomeriggio, erano ancora in molti a non aver votato nonostante i ripetuti tentativi. La maggior parte, riusciva a imbucare la scheda nell'urna virtuale soltanto mezz'ora dopo la connessione. Il caos è stato alimentato da un audio messaggio, «non attribuibile a nessuno» precisano i Cinque stelle, nel quale si chiedeva la sospensione del voto a causa del cattivo funzionamento della piattaforma. A tutto questo si somma la grana esclusi, visto che molti degli attivisti messi fuori dalla competizione stanno pensando di portare la vicenda in tribunale. Il primo ricorso è arrivato proprio ieri sera, con la richiesta di sospendere le parlamentarie presentata al tribunale di Paola (Cosenza) da Antonello Troya, uno dei tanti aspiranti candidati che sono stati esclusi.

Molti di loro hanno telefonato all'avvocato Lorenzo Borrè, che da anni difende i militanti entrati in conflitto con il Movimento. Il legale ha però rifiutato l'incarico: «Ho ricevuto una quarantina di telefonate da tutta Italia, ma non posso occuparmi io di loro, perché fanno parte di un'associazione antagonista rispetto a quella di altri miei assistiti». Borrè «difende» infatti gli iscritti alla prima associazione M5s, quella del 2009, in guerra contro la terza, nata nel 2017, della quale fanno parte i «concorrenti» di queste parlamentarie. Uno scontro che potrebbe culminare nella rivendicazione del nome e del simbolo M5s da parte dei componenti del gruppo originario. Istanze che si intrecciano ma che hanno un bersaglio comune: i vertici grillini.

Il problema più urgente riguarda però il voto online. Visto il rifiuto di Borrè, i non ammessi alla competizione si sono rivolti all'avvocato Paolo Palleschi, che ha declinato. Palleschi ha già presentato un ricorso contro il Movimento, dopo essere stato escluso dalle comunarie romane. E ha vinto. Adesso è stato estromesso dagli aspiranti candidati in Parlamento.

Ma c'è anche una registrazione a imbarazzare lo stato maggiore grillino. «È un manicomio, il sistema non sta funzionando. L'ordine è di non votare per adesso e di aspettare la giornata di domani sperando che il sistema si aggiusti da solo, altrimenti saranno rinviate queste parlamentarie», si sente nel messaggio, diffuso dall'ex attivista grillino Marco Canestrari. A sera, in una nota, lo stesso Movimento si è scagliato contro la pubblicazione da parte della stampa di un audio «probabilmente messo in giro ad arte, senza fare alcuna verifica neanche nel merito della veridicità del contenuto».

Gli intoppi alle procedure di voto hanno fatto arrabbiare i militanti, che hanno inondato di commenti rabbiosi i canali web dei Cinque selle. «Non sono riuscito a votare il candidato premier, non riesco a votare ora. Sarà sempre cosi o c'è la speranza che in vista di appuntamenti sempre più importanti qualcosa cambi nel sistema di raccolta voti? Nessuna polemica, solo una lecita domanda», scrive Roberto. Qualcuno, come Umberto, ha rinunciato a partecipare per «inadeguatezza del sito». Altri, ipotizzavano che dietro le difficoltà ci fossero dei pirati informatici. Dice Maurizio: «Raga c'ho 100 mega di connessione in fibra nominali effettivi 87,6. Non scherziamo sono al secondo giorno di tentativi.

O c'è un attacco hacker oppure miglioriamola, così non si può andare avanti!».

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