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"Ma parlate?", "Bacioni...". Ed è lite Salvini-Boschi

Il ministro Salvini attacca la Boschi per la mozione di sfiducia presentata dal Pd. E il ministro degli Interni risponde per le rime

"Ma parlate?", "Bacioni...". Ed è lite Salvini-Boschi

Scontro social di fuoco tra Matteo Salvini e Maria Elena Boschi. Ad innescare lo scontro è stato il ministro dgeli Interni che su Facebook ha messo nel mirino l'ex ministro dem che ha chiesto una mozione di sfiducia per il titolare del Viminale legata al caso dei presunti fondi russi. Salvini ha condviso la foto della Boschi e ha aggiunto una didascalia: "Ma questi hanno ancora il coraggio di parlare?". Dopo qualche ora è arrivata la risposta al "veleno" della Boschi: "Caro Salvini, ho ancora il coraggio di parlare. Con noi l’Italia cresceva, c’erano più diritti e meno odio: noi abbiamo portato risultati, non rubli. Soprattutto ho ancora la Libertà di parlare: come ministro dell’Interno viene pagato per garantirmela, non per attaccarmi. Bacioni".

Insomma lo scontro tra dem e Carroccio continua ad accendersi e di fatto il Pd adesso chiede ai 5 Stelle di votare insieme al Pd la sfiducia sul ministro. Uno scenario, questo, che porterebbe inevitabilmente alla crisi di governo e alla caduta dell'esecutivo: "Non so che cosa altro deve fare un ministro per meritarsi una mozione di sfiducia. Se l’opposizione non fa una mozione di sfiducia oggi a Salvini quando mai potrà farla?", ha affermano l'ex ministro alle Riforme in un'intervista a La Stampa. "Il Governo - ha aggiunto - è già in crisi: litigano tutti i giorni, su tutto. Se i 5Stelle sono coerenti voteranno contro la fiducia a Salvini. Penso sia giusto farla finita con il chiacchiericcio e restituire centralità al Parlamento. Vedremo se il M5S avrà coraggio oppure salveranno Salvini per la seconda volta". Insomma i dem vogliono trovare una sponda per affossare Salvini. Ma a quanto pare difficilmente i 5 Stelle raccoglieranno l'invito del Pd. Proprio oggi i due leader, Salvini e Di Maio, hanno provato ad abbassare i toni evitando di entrare sin da subito nel tunnel della crisi. Il premier Conte, subito dopo il Cdm, ha ribadito il suo impegno per tutta la legislatura. L'unico segnale evidente di uno scricchiolio tra le poltrone riguarda la richiesta tra le righe da parte della Lega di un rimpasto mettendo nel mirino Trenta e Toninelli.

Il Pd dunque dovrà giocare da solo la partita della sfiducia che ha già un esito scontato con la sconfista del fronte anti-Salvini.

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