
Superate le perplessità per l'alleanza con il Pd, Davide Casaleggio è tornato a battere cassa, almeno mediaticamente. L'imprenditore, nelle settimane della crisi, lo ha ripetuto più volte a Luigi Di Maio. «La centralità della partecipazione diretta attraverso Rousseau» non è negoziabile. Dagli ambienti più vicini al figlio del guru Gianroberto si continuano a sottolineare «i grandi investimenti fatti nell'ultimo anno per blindare la sicurezza della piattaforma e implementare le attività dell'universo di Rousseau». Un sistema che, da ieri, si è arricchito di un nuovo strumento. Moderno e antico allo stesso tempo. A Casaleggio non bastavano più le lezioni online della funzione di E-Learning, l'ultima frontiera è una scuola di politica. Sì multimediale, ma anche tradizionale. Ed è questa la vera rivoluzione di un universo che punta ad uscire dagli schermi dei computer per farsi luogo fisico di formazione della nuova classe dirigente pentastellata. «Ma non chiamatele ancora Frattocchie» dicono gli amici del presidente di Rousseau. Le differenze con la celebre scuola di partito dei quadri del Pci non sono poi così sostanziali, se si considerano i tempi fulminei della politica di oggi. Soprattutto, l'obiettivo è lo stesso: «Sarà una vera e propria scuola per formare e supportare i nostri portavoce o futuri portavoce comunali», si può leggere su Rousseau. Le lezioni di «Open Comuni» avverranno «attraverso corsi online ma anche, e soprattutto, attraverso incontri veri e propri: laboratori, workshop e attività di gruppo». Tra i parlamentari che meno tollerano le ingerenze di Casaleggio, qualcuno commenta che «si tratta di un ulteriore tentativo di ridimensionare l'esperienza dei meetup liberamente organizzati».
La scuola di formazione di Rousseau diventa così l'ennesima tappa della trasformazione di un Movimento nato da piccole esperienze civiche di gruppi autogestiti e ora plasmato secondo una sorta di «centralismo democratico», come da tradizione del fu Pci. A margine della presentazione di Open Comuni, Davide Casaleggio ha parlato anche di politica. E alla domanda su possibili alleanze regionali tra M5s e Pd ha risposto: «Non voglio dare giudizi politici ma spero che non solo il Pd per i programmi nelle varie Regioni accolga proposte come il reddito energetico o il reddito di cittadinanza e tante altre del M5s. Anche dall'opposizione possono arrivare buone proposte. Crediamo nella forza delle idee». L'idea, quindi, è sempre quella del Movimento post-ideologico, intercambiabile ad alleanze variabili.
Uno schema molto diverso da ciò che immaginano Beppe Grillo e altre personalità come Roberto Fico, desiderosi di ancorare il M5s a una piattaforma ideologica verde, progressista e di centrosinistra. Luigi Di Maio, presente all'evento di Rousseau ha rilanciato sulle concessioni: «Andiamo avanti con la volontà di revocare le concessioni autostradali ai Benetton».