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Il partito degli ex pm: De Magistris va con Grasso

Contatti telefonici tra il sindaco e il leader di Liberi e Uguali: Giggino sogna la Regione nel 2020

Il partito degli ex pm: De Magistris va con Grasso

Napoli - Il richiamo della foresta. Con un Comune a un passo dal crac finanziario e accerchiato dai centri sociali, che ormai gli dettano pure la scaletta del concertone di Capodanno, Luigi de Magistris prova a uscire dall'isolamento con la mossa del cavallo. Ma non alleandosi con l'omonimo movimento dell'ex amico ed ex collega magistrato Antonino Ingroia, con cui i precedenti elettorali sfiorarono il disastro nel 2013, ma corteggiando il leader di «Liberi e uguali», Pietro Grasso. Già capo di quella Procura di Palermo a cui Giggino, ai tempi delle Grandi Inchieste di Catanzaro e anche dopo, ha sempre guardato con ammirazione soprattutto per le gesta in toga di Ingroia, appunto, e del suo successore Nino Di Matteo. Che a Napoli è praticamente di casa.

Due giorni fa, il sindaco con la bandana arancione ha telefonato a Grasso ufficialmente per discutere della situazione napoletana (che è tutt'altro che facile, incombendo il dissesto ma non è questione di cui si può occupare direttamente la seconda carica dello Stato, evidentemente); in realtà per sondare il terreno per un possibile apparentamento in vista della tornata elettorale. D'altronde, la convenienza di questo fidanzamento sarebbe reciproca. Giggino non ha alcuna copertura politica nazionale, e dopo l'arrembante inizio consiliatura quel che era il suo punto di forza è diventato il suo tallone d'Achille. Non che non ci abbia tentato. Tutti quelli a cui si è avvicinato hanno però fatto una brutta fine: Antonio Di Pietro prima, Antonino Ingroia poi. In mezzo, il tentativo di dar vita a un cespuglietto che oggi conta più o meno quanto un'associazione bocciofila, il movimento «deMa» che alle ultime amministrative in provincia di Napoli non ha superato il due per cento. A Grasso avere dalla sua il sindaco della terza città d'Italia di sicuro non dispiace, malgrado tra le fila di «Liberi e uguali» abbia già trovato collocazione l'ex governatore campano Antonio Bassolino. Che con Giggino non è che vada proprio d'accordo, peraltro. Più delle strategie elettorali, è la medesima estrazione giudiziaria a garantire quello che sembra un patto di mutuo soccorso. Giggino darà una mano ufficiosamente («Non farò campagna elettorale in prima persona», ha annunciato giusto qualche giorno fa) e in cambio potrà piazzare qualcuno dei suoi nelle liste per le Politiche. Operazione già tentata con «Rivoluzione civile» di Ingroia e clamorosamente fallita. Grasso incamererà dal canto suo un po' di preferenze, e poi si vedrà. Nonostante avesse detto, appena pochi mesi fa, di voler tentare l'«esperienza alla guida del Paese», de Magistris è fuori dai giochi della politica che porta a Roma. Non gli resta, dunque, che un'unica possibilità, e anche in quest'ottica dev'essere letta la vicinanza a «Liberi e uguali»: le regionali del 2020.

Non potendosi ricandidare per un terzo mandato a Napoli, deMa virerebbe volentieri su Palazzo Santa Lucia con l'aiuto del «ragazzo di sinistra».

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