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Partorisce e nasconde il feto: indagata

Una 17enne chiude il bimbo, nato morto, in un borsone. Poi l'emorragia

Bepi Castellaneta

Lecce Ha partorito in bagno. Poi ha preso il feto morto, lo ha avvolto in una busta di cellophane nera e lo ha sistemato in un borsone, proprio accanto all'armadio della camera da letto. L'orrore è venuto fuori soltanto nella tarda serata di giovedì quando lei, una ragazza di 17 anni, si è presentata in ospedale perché colpita da una grave emorragia. I medici hanno capito che cosa poteva essere accaduto e hanno subito dato l'allarme ai carabinieri. E così alla fine, da una fitta cappa di silenzio, è affiorata questa storia atroce di degrado sociale che si è verificata a Squinzano, poco meno di 15mila abitanti, in provincia di Lecce. La Procura ha aperto un'inchiesta. E la 17enne adesso è indagata per infanticidio insieme alla sorella, a cui era stata affidata dopo un periodo trascorso in una casa famiglia, e al cognato.

Secondo i primi accertamenti, la minorenne avrebbe partorito il 3 febbraio. Per diversi giorni, quindi, quel corpicino sarebbe rimasto nel borsone e lei avrebbe continuato a custodire questo drammatico segreto. Fino a quando non è andata al pronto soccorso di Copertino, un paese vicino: rischiava di morire dissanguata e tra i medici s'è fatta strada l'ipotesi che potesse trattarsi di un trauma da parto, come confermato dai successivi esami ginecologici. La ragazza è stata ricoverata: le sue condizioni adesso sono definite «stazionarie», non è in pericolo di vita. Nello stesso tempo sono scattate le indagini, dirette dal sostituto procuratore del tribunale per i minorenni Anna Carbonara.

I carabinieri hanno acquisito le cartelle cliniche. E hanno ricostruito, almeno in parte, quanto accaduto in questo angolo del Salento. La 17enne ha partorito in casa della sorella. Dove i carabinieri hanno effettivamente trovato il borsone contenente il feto di 35, 36 settimane: quasi certamente nato morto, ma il pubblico ministero ha comunque disposto l'autopsia che sarà eseguita martedì dal medico legale Ermenegildo Colosimo. La ragazza non ha voluto per il momento rivelare l'identità del padre, ma ha raccontato agli investigatori di aver partorito e di aver gettato la placenta nel bidone della spazzatura, dove poi è stata effettivamente trovata. La vicenda presenta ancora diversi lati oscuri.

Una visita a cui la 17enne sarebbe stata sottoposta in un altro ospedale della provincia di Lecce proprio il 3 febbraio, il giorno del parto: secondo quanto trapelato dalle prime indiscrezioni, i medici le avrebbero diagnosticato un'emorragia da ciclo mestruale.

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