Politica

Il pasticcio dell'esecutivo costerà caro ai contribuenti

La legge di Stabilità, già piena di tasse, potrebbe dare luogo a nuovi rincari fiscali nel 2015

Il pasticcio dell'esecutivo costerà caro ai contribuenti

La legge di Stabilità, già piena di tasse, potrebbe dare luogo a nuovi rincari fiscali nel 2015. Infatti le «coperture» delle nuove spese contenute nel maxi emendamento governativo di 780 commi votato alle 5 del mattino di sabato con il voto di fiducia sono incerte. Ciò perché il testo che doveva arrivare alle 12 di venerdì al Senato vi è giunto alle 20 dopo 8 ore di revisione alla presidenza del Consiglio dei ministri, sotto la guida dell'ex capo dei vigili del comune di Firenze, persona di fiducia del capo del governo. Il testo pieno di errori di calcolo, incongruenze numeriche, fra spese e coperture, di commi ripetuti e così via, è stato rivisto affannosamente in Senato fra le 20 del venerdì e le 3 del sabato. Inoltre il testo base, oggetto degli emendamenti era privo di relazione del relatore, per le sue incertezze. Ecco perché non è chiaro se i calcoli sulle coperture delle spese fatti la notte siano esatti e c'è il rischio di altre tasse. Il maxi emendamento contiene un pulviscolo di mance a questo e quello, come 12 milioni per i maggiori costi di gestione di «Italia Lavoro» o 6,5 milioni aggiuntivi per i non vedenti. Il calcolo del risultato è nebuloso. L'approvazione definitiva della Camera, per evitar l'esercizio provvisorio, deve avvenire il 22 dicembre. E il capo dello Stato riceverà la legge di Stabilità per una firma frettolosa a fine anno, in corsa contro il tempo. Il governo Renzi, presentato come una dinamica equipe innovativa di gente concreta, è in realtà disorganizzato e ha uno scarso controllo sulla sua maggioranza, partire dal Pd. Il contribuente ha notizie non piacevoli. Intanto la rinuncia a unificare l'Imu e la Tasi, due tributi patrimoniali municipali sugli immobili, con stesso imponibile e accertamento, comporterà, ancora, per ciascuno, un acconto estivo e un saldo entro dicembre: 4 pagamenti per ogni unità immobiliare; 8 per i contribuenti che hanno la prima casa e una seconda. Le aliquote possono esser variate dai Comuni, nell'ambito dei massimi e minimi fissati nella legge. Quella di Stabilità ha disposto nel maxi emendamento che le aliquote ora previste dalla legge sono, per il 2015, congelate. Sono, così, possibili nuovi aumenti nei Comuni che nel 2014 non hanno adottato quelle massime. L'incertezza sulle le cifre da pagare aumenterà. Infatti, se i Comuni non deliberano le aliquote del 2015 prima della prima rata, ma in prossimità della seconda, i contribuenti sino ad allora non sapranno se varranno le aliquote del 2014, oppure se ce ne saranno di nuove. Altri aumenti di potranno essere per le addizionali regionali all'Irpef, in relazione alla riduzione dei trasferimenti statali alle Regioni, qualora non vi rimedino con economie di spessa. C'è poi una mitragliata contro i lavoratori e i professionisti per i fondi della previdenza integrativa le cui aliquote salgono dal 12 al 20% e per le casse della previdenza complementare ove l'aumento è dal 20 al 26%. Ciò genera un calo dei rendimenti attesi del 10% e un minor flusso di risparmio agli investimenti del 7% degli importi in essere. Anche i Tfr in busta paga di chi non ha un reddito minimo sono stangati, perché non pagano l'aliquota ridotta prevista per le liquidazioni, ma quella Irpef ordinaria. E i pensionati a basso reddito non avranno gli 80 euro in busta paga. Il peggio del peggio sta nella clausola di salvaguardia: il governo per coprire eventuali buchi di bilancio potrà aumentare l'Iva fino al 25,5%.

I contribuenti sono, ormai, polli da spennare.

Commenti