Politica

Il Pd diventa moralista Adesso vuole multare i clienti delle prostitute

Proposta dem: 10mila euro di sanzione Un elettore furioso: se è così non vi voto più

Infinite le strade che portano al Signore. Sentite quel che annotava il giovane Andreotti a proposito della prima senatrice della storia, il cui nome sarà per sempre legato al cambio di abitudini sessuali degli italiani. Coordinatrice di soccorsi agli alluvionati del Polesine, racconta Andreotti, Lina Merlin si segnalava per «le sue premure per i bambini ed anche passi l'accostamento per le migliaia di tacchini, ingrassati per l'esportazione natalizia e destinati ai militari americani di stanza in Germania; le povere bestie si erano ritirate su strisce di terra che ne evitavano l'affogamento ma non la morte per freddo o fame. Voleva a ogni costo che anche i tacchini fossero messi al sicuro dagli elicotteri militari; ed ottenne comunque che gli elicotteri stessi lanciassero su di loro abbondanti razioni di mangime».

Tanto per dire l'eterogenesi dei fini racchiusa nel mistero delle grandi idealità. Prendete per esempio, ai giorni nostri, quel che accade a una deputata-modello del Pd renziano. Autentico prototipo del dolce stil novo caro al caro premier, a cominciare dalla contiguità con il mondo degli scout. Orbene, la deputata Caterina Bini, pistoiese «tenace e vitale, non permalosa» (così si descrive), è una di quelle cattoliche che rappresentano appunto la dissoluzione della sinistra d'un tempo, bigotta a modo suo, ma pur sempre tributaria dell'amor libero, delle grandi idee di liberazione sessuale, dell'affrancamento da ogni Tabù, in quel perbenismo provinciale che tende sempre al Bene, fosse pure d'un tacchino. Un Bene preconcetto. E come criticarlo? Forse per il suo primo lavoro tecnico all'assessorato new economy del Comune di Firenze? O per la semplicità con la quale passa dall'entusiasmo per una festa dell'Unità a Casalguidi ai toni dolenti per le carceri e la Brexit? Balzi arditi che la proiettano fino al raduno dei vivaisti, «settore trainante della nostra economia», ma che pure rischiano di provocare un certo smarrimento («Non ho le idee chiare», confessa). Dunque la Bini pensava di fare del Bene, al Partito anzi all'Umanità, presentando il pdl per l'istituzione del reato di «acquisto di servizi sessuali» con innalzamento delle pene ai clienti delle prostituite (10mila euro e reclusione in caso di recidiva). «Si mira a eliminare la prostituzione», scrive, e qualche reazionario avrebbe senz'altro sorriso per il vaste programme. Eppure a protestare non sono stati gli altri, bensì gli stessi follower della Bini; qualcuno arrivato in forma anonima a minacciare lo sciopero del voto contro il Pd. Nove milioni sono i clienti delle prostitute, le ricordano. «Occhio ai voti, e al 2 per mille», hanno scritto alla Biancaneve, accusata di «vivere nel mondo dei sogni». Ma lei, che ha con sé la Comunità Papa Giovanni XXIII e gli scout, non si lascia intimidire. «Sono in controtendenza», ammette, rispetto alle legislazioni di regolamentazione dell'arcaica attività, a una certa sinistra libertaria, forse persino al buonsenso.

Però è Bene attendersi che i tacchini, ancora una volta, possano trarne commendevoli utilità.

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