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Pd diviso sulla sfiducia al Capitano Ira di Renzi: incredibile non volerla

Attacchi congiunti tra Roma e Strasburgo. I dubbi di Zingaretti

Pd diviso sulla sfiducia al Capitano Ira di Renzi: incredibile non volerla

Tu chiamala, se vuoi, guerra di logoramento. Il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, carica: «La mozione di sfiducia è un'ipotesi» se Salvini continua a scappare dal Parlamento. «Che altro deve fare Salvini per meritarsi una mozione di sfiducia?» scrive su Facebook Matteo Renzi. Maria Elena Boschi approva e, come Renzi, propone di stanare i grillini che «tengono i piedi in due staffe». Ma nonostante renziani ed ex renziani siano per lo scontro frontale, non così il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Anzi, i suoi temono che lo scontro diretto serva a pacificare la maggioranza ai ferri corti. Si può interpretare così anche la retromarcia serale di Delrio, che si accontenta dell'intervento in aula: «Il ministro dell'Interno deve comunicare la data (della presenza in aula, ndr) al presidente della Camera senza far passare altri giorni inutilmente».

A questo punto si scatena l'ira di Renzi, che si sfoga con i suoi: «Zingaretti e il Pd non vogliono fare la mozione di sfiducia, è incredibile: ma se non si fa ora quando mai la si fa. Oltretutto sarebbe una grande opportunità per fare chiarezza anche per Salvini. I grillini vogliono rompere? Sono loro che lo mandano a casa. Vogliono tenerlo? A quel punto sono loro che fanno marcia indietro».

Che Salvini sia nervoso è dimostrato dalle ultime dichiarazioni. «Oltre il governo ci sono solo le elezioni» ha detto, scavalcando le competenze del Presidente, unico titolato a dire che cosa ci sia all'orizzonte quando si parla di voto. E ancora: «Domani (oggi per chi legge, ndr) non vado al consiglio dei ministri e al vertice sull'autonomia per altri impegni». Se Conte e i 5stelle lo incalzano, il Pd fa il resto: quasi impossibile pensare a una maggioranza alternativa autosufficiente, ma probabile immaginare un'intesa in grado di fargli perdere la calma per governare.

C'è l'europarlamentare Simona Bonafè, che porta la battaglia sul terreno europeo, dove il gioco è più facile, visto l'isolamento della Lega: «Abbiamo chiesto al Parlamento europeo di fare luce sui legami torbidi che legano i sovranisti italiani alla Russia e sui presunti finanziamenti a partiti anti europeisti».

Ecco come sfiancare il vicepremier, già sottoposto al fuoco alleato. Le pungenti parole del deputato Emanuele Fiano: «Noi non siamo sicuri se Matteo Salvini sia un uomo libero e se abbia detto la verità». Fiano, scelto per intervenire alla Camera sulla vicenda russa, incalza: «Scappa dal Parlamento come ha fatto nel caso Diciotti». I fronti si moltiplicano.

Basta voltarsi perché sempre dall'area dem arrivi un altro attacco in un ambito in cui Salvini ama vantarsi. «È a rischio la difesa in tribunale di coloro che denunciano reati di mafia» alza il tiro Franco Mirabelli, vicepresidente dei senatori del Pd e capogruppo dem nella commissione Antimafia.

Il Comitato di Solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, istituito presso il ministero dell'Interno, avrebbe sospeso il pagamento degli avvocati difensori, denuncia il senatore.

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