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Pd-Lega, è scontro sulla "Mare Jonio"

Mentre la Ong minaccia denunce, Salvini firma lo stop per la Alan Kurdi

Pd-Lega, è scontro sulla "Mare Jonio"

Neanche il tempo di sapere, come twittato ieri dalla ong Sea Eye, che la Alan Kurdi aveva soccorso in zona Sar maltese una piccola barca con 13 persone a bordo, che il ministro Salvini si affretta a firmare il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane per la nave tedesca. Provvedimento subito inviato ai ministri Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli.

È l'ultimo atto del numero uno del Viminale in tema di immigrazione, mentre ancora non si sblocca la situazione della Mare Jonio e dei 34 migranti rimasti sul ponte, a 13 miglia da Lampedusa, dopo il trasbordo di donne e bambini. Una «situazione umanitaria gravissima» per Mediterranea Saving Humans, che chiede lo sbarco cercando di superare il divieto di ingresso imposto da Salvini. La ong alza la voce e minaccia denunce: «Torniamo a chiedere con forza che le istituzione italiane non continuino in questa violazione dei diritti e che prevalga dopo mesi di illegalità e cattiveria gratuita il rispetto delle persone e delle leggi, ribadendo che in caso contrario siamo pronti a denunciare questi comportamenti in tutte le sedi competenti». C'è materia sufficiente per l'ennesimo scontro tra Pd e Lega. «Non è umano, fateli scendere subito», scrive su Twitter il segretario del Pd Nicola Zingaretti, ritwittato da Matteo Renzi. «Se riapri i porti sei un cretino, non fai dispetto a Matteo Salvini ma a milioni di italiani», replica il ministro fresco del nuovo stop imposto questa volta alla Alan Kurdi. Ieri Mediterranea ha chiesto al centro di coordinamento marittimo un porto sicuro sottolineando ancora una volta «le condizioni psicofisiche di estrema vulnerabilità delle persone a bordo dovute ai loro tragici vissuti e alle violenze subite in Libia». A bordo ci sarebbe allarme igienico sanitario e manca l'acqua. La ong, per farsi ascoltare, ha ricordato la pronuncia del gip di Agrigento sulla Open Arms, nella quale è stato ribadito che il salvataggio ricade sullo Stato che per primo ha ricevuto la notizia di persone in pericolo. In questo caso l'Italia. E comunque, attacca, «l'obbligo di salvataggio costituisce un dovere degli Stati e prevale sulle norme e sugli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell'immigrazione».

Mentre prosegue l'ennesimo braccio di ferro e si apre un nuovo fronte, i migranti continuano ad arrivare sulle nostre coste. Quattro ne sono sono stati rintracciati a Linosa.

Mentre due sbarchi fantasma sono stati registrati in Sardegna.

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