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Il Pd ora ha 90 esuberi. "Altro che salario minimo"

Nuova grana per la Schlein, paladina dei lavoratori: sta per scadere la cassa integrazione dei dipendenti

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Ai dipendenti del Pd servirebbe il reddito di cittadinanza, più che il salario minimo. In ogni caso non sarebbe male una bella raccolta firme per dire alla segretaria Elly Schlein di riassorbirli negli staff dei gruppi parlamentari. Solo che, stando a quanto dicono i lavoratori del Nazareno, sarà proprio grazie alle casse dei gruppi di Camera e Senato che i dem potranno pagare la Lievito Consulting, la nuova società di comunicazione che gestirà l'immagine degli eletti di Montecitorio e Palazzo Madama, in stretto raccordo con le strutture di partito. «Altro che salario minimo», è lo sfogo dei novanta cassintegrati dem, che a fine mese potrebbero rimanere senza lavoro. Insomma, il Pd è sempre più simile al M5s. Anche nelle beghe che riguardano i soldi. Ma c'è di più. I democratici, in prima linea contro il «lavoro povero», a favore del salario minimo legale a nove euro l'ora, a differenza dei grillini devono fare i conti con le proteste di circa novanta lavoratori in cassa integrazione. Un bel problema per Schlein. La Cig scadrà alla fine di settembre e sembra proprio che la maggior parte dei dipendenti verrà lasciata a casa. Negli ambienti più vicini alla segretaria domina il pessimismo. «Sì, stiamo affrontando il problema che abbiamo ereditato», si giustificano dal Nazareno con Il Giornale. Dall'entourage di Schlein aggiungono, masticando amaro: «Stiamo provando a non lasciare nessuno indietro». L'ipotesi è quella di ricollocare altrove i lavoratori con la Cig in scadenza. Eppure tutto sembra molto nebuloso. Generici anche i propositi che si possono leggere nella relazione che accompagna il rendiconto 2022 del Pd. «Per quanto riguarda le lavoratrici e i lavoratori - scrive il tesoriere Michele Fina nel documento - il 30 settembre 2023 scadrà la proroga della cassa integrazione ed è intenzione del partito individuare accordi con le parti sociali per gestire l'esubero». Fina parla di «uscite incentivate e non traumatiche». E ancora: «In particolare, è stata richiesta al personale la disponibilità alla ricollocazione e sono già stati promossi incontri a tal fine».

La collocazione naturale, dunque, sarebbe un impiego in Parlamento. Anche perché i gruppi di Camera e Senato, a differenza del partito, si avvalgono di un contributo annuale da parte della camera di appartenenza «per l'esplicazione delle loro funzioni». Tra cui l'assunzione di personale negli staff. Ad esempio, il gruppo del Pd di Montecitorio nel 2022 ha ricevuto un contributo di 1 milione e 155 mila euro. Quello del Senato, dal bilancio del 2021, l'unico disponibile sul web, ne ha ricevuti 2 milioni e 602 mila euro. I giornalisti e i comunicatori in Cig vorrebbero essere assunti in Parlamento, ma lamentano che ci saranno poche ricollocazioni. Secondo loro c'è meno spazio perché i gruppi hanno affidato la comunicazione a una società esterna, la Lievito di Francesco Nicodemo, ex uomo dei social di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. «Schlein ha appaltato la comunicazione a una società esterna invece di riassumerci nei gruppi parlamentari, altro che salario minimo», dice al Giornale un lavoratore del Pd. I dem respingono ogni accusa e gli eletti vicini alla leader ripetono che «Schlein non c'entra nulla con la situazione dei dipendenti». «Sarà assicurato a tutti un ammortizzatore sociale», dicono ancora dal Nazareno.

Proprio il minimo sindacale.

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