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Il Pd paga Grillo per farsi insultare: rissa dem sullo storico festival rosso

Segretario contro la sindaca. Cachet fino a 10mila euro a show

Il Pd paga Grillo per farsi insultare: rissa dem sullo storico festival rosso

Una delle attitudini più spiccate del Partito democratico, non si può negare, è quella di farsi del male da solo. Veltroni, D'Alema e Bersani a parte, la prassi con cui il Pd riesce sempre ad autofustigarsi, non è pari a nessuno. Dalle animosità interne, alle scissioni, fino alle piccole contese locali.

Questa volta siamo a Fiesole. E c'è di mezzo Beppe Grillo. Quando sul cartellone dell'Estate Fiesolana, il più antico festival all'aperto d'Italia (siamo alla 70esima edizione) è comparso il nome del leader del M5s con lo spettacolo Grillo vs Grillo, in scena il 28 giugno al Teatro Romano, sono iniziati gli accapigliamenti dei democratici. La presenza dell'odiato avversario politico tra i 30 spettacoli in programma nella storica rassegna culturale del Pd (dal 21 giugno al 27 luglio), è stata considerata sconveniente dai vertici locali del partito che hanno crocifisso la sindaca Anna Ravoni.

Il Comune è al verde e, per la prima volta nella storia dell'Estate Fiesolana, ha abbandonato la gestione diretta del festival assegnandola, tramite bando, a due società leader nel settore degli spettacoli: la Prg e la Music Pool di Firenze. E sicché, insieme all'Odissea, a Daniele Silvestri, all'Agamennone di Eschilo e a Fabrizio Moro, spunta pure Grillo. «Ravoni ora dica da che parte sta - inveisce il segretario comunale del Pd Emanuele Vannucci - Dice di non essere grillina ma sta contrastando il Pd in ogni modo. La finisca di mimetizzarsi nel Pd, di sfruttare la collaborazione dei nostri amministratori locali e poi di darci zampate». Gli rode, considerato che a Fiesole il Pd ha ottenuto alle Regionali 2015 la percentuale più alta d'Italia (63%), dopo Rignano e Pontassieve, e al referendum la seconda percentuale a livello nazionale. «Ogni polemica è del tutto fuori luogo perché questo è uno spettacolo autobiografico e comico, non politico. Chi lo insinua non ha capito il senso dello show o non l'ha mai visto», dicono dallo staff di Grillo. Del resto il comico è trasversale: oltre che nelle sue terre di conquista, Torino e Livorno, si è esibito a Lugano, Cerea (sindaco Pdl), Piacenza (sindaco Pd) e il 5 maggio sarà a Legnano (sindaco Pd). Ravoni, dunque, è in buona compagnia. Un passato nei Ds e tra i fondatori del Pd (non voterà alle primarie), a Fiesole è stata eletta nel 2014 con il 42% (3.700 voti) con la lista civica «Cittadini per Fiesole» dopo essersi dimessa da capogruppo comunale del Pd in polemica con il sindaco Fabio Incatasciato, lo stesso che ospitò lo show di Grillo a Fiesole nel 2011, pagandolo 7mila euro (prende fino a 10mila euro a show). «E mi risulta che fosse seduto in prima fila e che si sbellicò dalle risate - puntualizza Ravoni - Grillo era già leader del M5s o no? Noi abbiamo speso solo 25mila euro per tutto il festival. Sono le due società che fanno il cartellone, io non posso porre veti, e comunque in questo caso non ce n'era motivo. Anzi, volevo andare a vederlo anche a Livorno (ieri sera, ndr). Non capisco la paura del Pd: stanno solo facendo pubblicità a me e allo spettacolo. Li ringrazio». Incatasciato, che oggi è segretario metropolitano del Pd, replica che «Grillo allora faceva già politica ma non era il principale avversario del Pd. Oggi non rifarei quella scelta».

Il biglietto per andare a vedere Grillo a Fiesole costa 35 euro. E ci sono duemila posti a sedere. Fate voi i conti. Se quelli del Pd ci tenevano così tanto a farsi insultare, bastava che chiamassero sul palco Emiliano e Speranza.

L'avrebbero fatto anche gratis.

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