Politica

Il Pd è pronto al muro contro muro

Sulla legge elettorale la trattativa con i bersaniani resta in salita

Il Pd è pronto al muro contro muro

Roma Pesa e peserà soprattutto lo stato dei rapporti a sinistra, tra Pd e Mdp, sul cammino della legge elettorale. Così, mentre il grillino Di Maio ieri approfittava della sua prima visita da «capo politico» al Quirinale per esprimere al presidente Mattarella le preoccupazioni di M5S sulla legge elettorale, il collega Di Battista alzava il tiro sull'accordo Pd-Fi paventando un Gentiloni-bis dopo le urne e chiudendo le porte a qualsiasi trattativa: «Non ci sediamo a un tavolo dove Renzi e Berlusconi hanno già dato le carte». E se si attende la direzione del Pd di oggi, dopo l'infuocata riunione dei gruppi parlamentari di ieri notte, per capire se il segretario Renzi se la sentirà di aprire uno spiraglio nei confronti dei bersaniani, che alzano il tiro sulla legge. «La trattativa è appesa a un filo», spiegava il leader della minoranza interna, Orlando. «Solo se si esce dalla logica del muro contro muro, anche Mdp potrà cambiare atteggiamento», diceva Orlando, che preme affinché il Pd capisca di dover costruire coalizioni nelle quali non si può far a meno dei bersaniani. Ma proprio Bersani non sembrava affatto conciliante: in un'intervista tv diceva di annoverare il Rosatellum Bis tra le «provocazioni» ricevute dal Pd, dichiarandosi certo della sua incostituzionalità. Il leader di Mdp, Speranza, attaccava il patto Pd-Fi immaginando che si basi sulla pretesa di «nominare la maggior parte dei parlamentari» e sull'uso indiscriminato di «candidati farlocchi» e «liste civetta».

La maggioranza, intanto, smentiva le voci di una fiducia da porre in Senato (di dubbia legittimità). Alla Camera, invece, cominciava il tour de force per concludere i lavori. È stato bocciato l'emendamento per tornare al Fianum, presentato dai grillini. «Sabato mattina finiremo e se ci sarà qualcosa rimasto in sospeso e voteremo il mandato al relatore per l'Aula», diceva il presidente della commissione Andrea Mazziotti. Da oggi si inizieranno ad affrontare una serie di emendamenti accantonati che toccano aspetti importanti della legge.

Primo fra tutti, il voto disgiunto chiesto da Mdp.

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