Elezioni Politiche 2018

Pd, Renzi silura nomi "eccellenti". E Calenda: "Ci facciamo male"

Saltano De Vincenti, Manconi e Realacci. Nel Pd monta la polemica. L'ira di Calenda contro Renzi: "Esclusa la gente preparata". E Orlando rivela: "La mia candidatura non è stata concordata"

Pd, Renzi silura nomi "eccellenti". E Calenda: "Ci facciamo male"

"Farsi del male da soli è incomprensibile". Il ministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, non resta zitto. E, a poche ore dall'infuocata direzione piddì, attacca a testa bassa Matteo Renzi. A molti nel Pd non è infatti piaciuto il blitz del segretario per imporre i suoi fedelissimi nelle liste dem. Salvo sorprese sono rimasti fuori nomi "eccellenti", come il ministro Claudio De Vincenti, il senatore Luigi Manconi, nonostante il lungo elenco di firme a sostegno della riconferma, e il deputato Ermete Realacci. "Qual è il senso di non candidare gente seria e preparata, protagonista di tante battaglie importanti - ha tuonato Calenda - spero che nelle prossime ore ci sia un ravvedimento operoso".

Il clima al Nazareno è pessimo. I rapporti con la minoranza dem, che questa notte non ha votato in direzione il via libera alle liste, sono sempre più tesi. Il Guardasigilli Andrea Orlando, si è ritrovato candidato in Emilia Romagna a "sua insaputa". "Ho appreso dove ero candidato solo ieri sera alla presentazione delle proposte - ha messo in chiaro il ministro alla Giustizia - quindi nulla di concordato". È la ragione per cui avevano chiesto a Renzi una sospensione di un'ora per valutare proposte che non conoscevamo. Richiesta che i vertici piddì ha rispedito al mittente. "Adesso non credo che sia il momento per fare polemiche - ha continuato Orlando - ognuno deve fare le scelte che ritiene più giuste, ma complessivamente dobbiamo cominciare a fare campagna elettorale".

Chi, invece, non si è tirato indietro nel criticare duramente le scelte fatte dai vertici del Pd e d Renzi è Calenda che ha affidato ai social la sua contrarietà. Oltre all'esclusione di De Vincenti, Realacci e Manconi, al ministro non è andato giù il depennamento di Edoardo Nesi, Angelo Rughetti (sottosegretario alla Funzione pubblica) e Irene Tinagli. Non è l'unico a lamentarsi. I malpancisti sono molti. L'ex governatore della Regione siciliana Rosario Crocetta (anche lui tra gli esclusi) parla di "epurazione" e promette di portare gli elettori in piazza. Solo qualche giorno fa aveva detto di confidare nella capacità di Renzi di "mantenere gli impegni".

Un riferimento al passo indietro dalla ricandidatura alle regionali del 5 novembre, in cambio proprio di un posto in lista alle politiche.

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