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Pechino mostra i denti. Una super portaerei per sfidare l'America

La Fujian è la prima dotata di tecnologie paragonabili agli Usa. E minaccia Taiwan

Pechino mostra i denti. Una super portaerei per sfidare l'America

Si chiama Fujian, e non a caso, conoscendo i sofisticati meccanismi della propaganda cinese. Fujian è infatti la provincia del Sud-est della Cina che si specchia con Taiwan, l'isola che rivendica la continuità con la storia della Cina pre-comunista ma che Pechino considera semplicemente una propria provincia ribelle. Peraltro Taiwan «possiede» anche il piccolo arcipelago di Kinmen, che geograficamente fa parte dello stesso Fujian.

Insomma, il fatto che Xi jinping abbia deciso di dare quel nome alla sua terza portaerei, la prima che possa competere con la potenza navale militare statunitense, è una dichiarazione di intenti. Pechino non dimentica Taiwan e manda continui avvisi all'Occidente sulla possibilità che l'isola venga trattata come Mosca ha fatto con l'Ucraina. Chiamare le cose è un modo come un altro per influenzarne il destino.

La Fujian, nota anche come «Type 003», è la prima portaerei interamente sviluppata in patria. La Liaoning, entrata in servizio nel 2012, è stato il completamento di una nave ucraina su cui i cinesi misero mano dopo il dissovimento dellì'Unione Svoietica. E la Shandong, entrata in servizio nel 2019, fu sì sviluppata in Cina ma di fatto ispirandosi al design sovietico dell'altra. La nuova arrivata, varata a Shanghai e dotata di un dislocamento di 80mila tonnellate ma non ancora in servizio perché deve essere sottoposto ai collaudi del caso, rappresenta comunque un deciso salto di qualità a livello tecnologico: la Fujian è infatti dotata un sistema di decollo a catapulta elettromagnetica che, rispetto al lancio a trampolino delle due precedenti navi consente il lancio di una maggiore varietà di velivoli in modo più rapido e con una maggiore dotazione di munizioni. La Fujian è la prima portaerei cinese che si pèone in aperta competizione con la tecnologia americana. Pechino spera presto di avvicinare Washington anche in termini quantitativi: se gli Stati Uniti hanno in totale 11 portaerei in servizio attivo, alcune delle quali però operative solo parzialmente, l'obiettivo di Xi Jinping, è di avere almeno sei portaerei entro il 2030, almeno una delle quali a propulsione nucleare che garantirebbe una maggiore autonomia di navigazione. «Si tratta di un passo avanti molto significativo, la prima incursione cinese nel campo delle portaerei moderne - spiega alla Cnn il ricercatore Matthew Funaiole, esperto di Cina presso il Centro per gli studi strategici e internazionali di Washington - Pechino si è impegnata in modo concreto con un programma di costruzione di portaerei e continuano a estendere i limiti di quel che sono in grado di fare».

Insomma, da ieri la Cina è entrata di diritto nel novero dei «pesi massimi» militari, anche se il lancio della Fujian è stato più volte rinviato a causa della recrudescenza del Covid-19 che ha colpito Shanghai e che ha portato al lockdown e quindi al blocco delle attività anche nei cantieri navali in cui dovevano essere fatti gli ultimi ritocchi. Nelle ultime settimane la pressione della Cina su Taiwan, parte «inalienabile» del territorio cinese, si è fatta durissima.

Navi da guerra cinesi hanno ripetutamente incrociato nello stretto che separa Taiwan dalla terraferma (che è per l'appunto il Fujian) in aperta sfida all'isola ma soprattutto agli Stati Uniti, le cui unità militari hanno operato per garantire «libertà di navigazione».

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