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Pensioni, bomba a orologeria Lega e M5S giocano col fuoco

Il Def: nel 2040 spesa pensionistica al 18,4% del Pil. Azzerare la riforma Fornero creerebbe uno squilibrio

Pensioni, bomba a orologeria Lega e M5S giocano col fuoco

Le velleità controriformistiche della compagine giallo-verde in materia previdenziale molto presto dovranno fare i conti con l'amara realtà. La spesa pensionistica, secondo quanto evidenziato da un capitolo del Def 2018 dedicato a questo tema, è destinata a decrescere in percentuale del Pil fino al 2020 in virtù della riforma Fornero per poi tornare a crescere in virtù delle tendenze demografiche legate al progressivo pensionamento dei baby boomers (in particolare, i nati negli anni '60). Precisamente, si legge nel documento, il rapporto, che nel periodo 2015-2020 dovrebbe diminuire dal 15,7 al 15,1%, raggiungerà il picco del 18,4% nel 2040 per poi riprendere a calare.

Lo scorso 9 maggio, nel corso dell'audizione sul Def dinanzi alle commissioni speciali riunite, il vicedirettore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, aveva ribadito che «la sostenibilità del debito pubblico italiano poggia in larga misura sulle riforme pensionistiche introdotte nell'arco degli ultimi decenni, che assicurano una dinamica degli esborsi in complesso gestibile nonostante l'invecchiamento della popolazione». Un commento che si riferiva direttamente ai contenuti del Documento di economia e finanza ribadendo che «collocare in modo credibile il debito pubblico lungo un sentiero di duratura e visibile riduzione è un obiettivo largamente condiviso», soprattutto in questo momento favorevole in virtù della congiuntura espansiva del Pil.

Il messaggio «politico», palesemente sottovalutato da Lega e M5S, è proprio questo: non si può pensare di aumentare la spesa pubblica tra i 5 e gli 8 miliardi all'anno per ripristinare il vecchio sistema del pensionamento di anzianità reintroducendo la «quota 100» in virtù di un trend sicuramente preoccupante. Non si tratta solo di correggere squilibri determinati da un particolare andamento demografico, ma di confrontarsi con un quadro tendenziale nel complesso preoccupante in quanto il tasso di crescita del Pil potenziale è visto dimezzarsi dal trend pre-2015 dell'1,4% a uno 0,7% medio fino al 2060. La spesa pensionistica del prossimo triennio crescerà in media del 3% annuo: farla crescere ulteriormente creerebbe un ulteriore buco nei conti pubblici. Quello che Lega e M5S stanno facendo finta di non sapere è che fare uscire dal mondo del lavoro i sessantenni con le regole attuali del sistema previdenziale significa aumentare il numero delle prestazioni pagate nei prossimi trent'anni.

Tanto più che il complesso della spesa age-related (cioè commisurata all'invecchiamento della popolazione nel ventennio 2035-2055 si manterrà stabilmente attorno al 30% del Pil. In pratica ogni 10 euro prodotti se ne spenderanno tre per pensioni e sostegno alla terza età, sanità inclusa.

Occorre, perciò, riflettere.

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