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Pensioni, Equitalia e bonus. Per Padoan il 2017 è in salita

Il ministro è alle prese con i decreti che renderanno operative le "mance" di Renzi inserite nella Stabilità

Pensioni, Equitalia e bonus. Per Padoan il 2017 è in salita

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nei prossimi tre mesi avrà il suo bel daffare per rendere attuabili alcune «invenzioni» legislative di Matteo Renzi contenute nella manovra 2017 e nel decreto fiscale. Al netto delle altre situazioni complicate, a partire da quelle relative al salvataggio di Mps e del comparto bancario, per il titolare del Tesoro non sarà una passeggiata di salute poiché dal capitolo pensioni a quello fiscale è stata messa molta carne al fuoco. Pure troppa.

In primavera partirà l'anticipo pensionistico (Ape). Come noto alla platea dei potenziali interessati, esso consentirà a tutti i nati tra il 1951 e il 1953 di ritirarsi in anticipo dal lavoro (anziché aspettare i 66 anni e 7 mesi) e di accedere a un assegno previdenziale erogato da banche e assicurazioni. Il prestito sarà autofinanziato dai lavoratori (o dalle imprese in caso di ristrutturazioni aziendali) con rate ventennali una volta raggiunta l'età pensionabile, mentre sarà gratis per disoccupati, per chi svolge lavori usuranti, per gli invalidi civili sopra il 74% e per coloro che si occupano da oltre sei mesi di un familiare con un handicap grave. Gli interessi da applicare al prestito e le convenzioni con banche e assicurazioni saranno però oggetto di un decreto della Presidenza del Consiglio da emanare entro marzo. Idem per il pensionamento anticipato di coloro che svolgono lavori usuranti e che hanno raggiunto i 41 anni di contributi (occorrono inoltre almeno un mese di contribuzione prima dei 19 anni e contributi certificati anteriori al 1996).

Stesso discorso anche per l'abolizione di Equitalia, anch'essa propagandata a suon di tweet da Renzi e in attesa di realizzazione. Dal primo luglio prossimo l'agenzia di riscossione scomparirà. Ma il governo e il Tesoro dovranno nell'ordine nominare il commissario straordinario (molto probabilmente l'attuale ad Ernesto Maria Ruffini) incaricato di traghettare la vecchia struttura nella nuova agenzia delle Entrate-Riscossione, approvare il nuovo statuto dell'agenzia, liquidare il 49% detenuto dall'Inps e varare un provvedimento per consentire che gli 8mila dipendenti con i relativi stipendi da società privata possano rientrare nella pubblica amministrazione senza problemi.

Non meno impegnativo sarà per i tecnici dell'Economia e delle Finanze mettere a punto i nuovi «indici sintetici di affidabilità fiscale», ovvero la superpagella per i contribuenti che sostituirà i vecchi studi di settore rendendo la vita più semplice a tutti coloro che non hanno pendenze con l'Erario, mettendoli al riparo (almeno temporaneamente) dalle grinfie del Grande Fratello e dei suoi controlli periodici. L'accertamento dal volto umano, però, non è stato ancora messo nero su bianco. Senza contare che la scadenza del mandato dell'attuale direttore dell'Agenzia, Rossella Orlandi, potrebbe rendere il passaggio ancora più difficoltoso.

Restano in sospeso anche alcune mance elettorali distribuite da Renzi in ottica referendum.

Tanto i mille euro per l'iscrizione negli asili nido pubblici quanto il bonus sul 65% sull'acquisto di strumenti musicali per gli iscritti ai conservatori o ai licei musicali necessitano di decreto attuativo.

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