Politica

Le pensioni flessibili: l'uscita anticipata è a carico delle aziende

L'esecutivo pensa di far pagare (esentasse) lo scivolo ai datori di lavoro, non ai dipendenti

A lla vigilia del nuovo faccia a faccia governo-sindacati sul pacchetto previdenza da infilare nella prossima manovra di bilancio corre un'indiscrezione che farà storcere il naso alle aziende. A sorpresa il governo pensa di far pagare lo scivolo verso il pensionamento ai datori di lavoro rimuovendo la norma che obbliga a legare i contributi a filo doppio allo stipendio. Quindi via libera a contributi aggiuntivi che favoriscono un'uscita anticipata con qualche soldo in più in pensione ma non in busta paga. In questo caso l'azienda potrebbe versare direttamente dei contributi aggiuntivi ed esentasse per il dipendente. La flessibilità in uscita in pratica costerebbe salata alle aziende.

Il pacchetto previdenza è ricco e le misure destinate ad andare in porto saranno quelle compatibili con le risorse disponibili in autunno. Che a oggi tra congiuntura negativa, Pil che arranca ed effetto Brexit sono poco più che scarse. Si va dall'Ape (anticipo pensionistico) alle misure per i lavoratori precoci e per quelli usuranti. Dall'ipotesi di ampliare la platea dei beneficiari della quattordicesima a quella dell'estensione della no tax area a 8.100 euro.

Ma ieri è stato il giorno dell'orgoglio del governo Renzi per l'approvazione in Cdm, tra gli altri provvedimenti, di alcuni decreti attuativi della riforma Madia della Pubblica amministrazione. «Si deve aprire una stagione nuova con i dipendenti della Pa, noi proponiamo uno scambio alto e nobile: siamo pronti a mettere più denari» sul rinnovo dei contratti ma «deve essere chiaro che chi lavora nella Pa deve essere premiato e chi fa il furbo deve essere punito», dice il premier Matteo Renzi al termine del Cdm sbandierando il decreto approvato sui dirigenti sanitari. «Mai più sanità e gestione sanitaria in mano alla politica peggiore».

Ecco alcune condizioni: il dg deve avere meno di 65 anni, possedere un'esperienza almeno quinquennale maturata nella sanità o settennale in altri settori, sia nel pubblico che nel privato, deve aver frequentato un corso di formazione ad hoc, essere incluso in un apposito elenco nazionale e soprattutto entro due anni deve centrare gli obiettivi prefissati dalla programmazione regionale, altrimenti va a casa. E chi decade per aver violato gli obblighi di trasparenza non potrà più entrare nell'elenco nazionale.

Il Consiglio dei ministri ha dato l'ok anche a un provvedimento che «permette a determinati processi amministrativi, carichi di valore, di avere una corsia preferenziale nella Pa» ha detto Renzi illustrando il regolamento attuativo della riforma della Pa contenente norme per la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti amministrativi. «Per esempio - ha chiarito il premier - se c'è un investimento che crea 300 posti di lavoro, se c'è il consenso questo avrà una corsia preferenziale. Un grande messaggio per accelerare e semplificare». Infine i forestali.

Si scende da 5 a 4 forze di polizia, i forestali passeranno all'interno deell'arma dei carabinieri.

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