Politica

Perché non può bastare un premier sindaco

Il fallimento del vertice sugli sbarchi e lo schiaffo di Obama su Lo Porto dimostrano quanto vale il nostro governo

Perché non può bastare un premier sindaco

Penso ci sia un nesso tra l'isolamento politico in cui si è cacciato Matteo Renzi dentro e fuori il suo partito e le difficoltà che l'Italia sta incontrando sul piano internazionale. Il fallimento del vertice europeo sull'emergenza sbarchi (ci hanno liquidato con una mancia) e lo schiaffo di Obama che ha tenuta nascosta la morte di un nostro cooperante, sono solo gli ultimi episodi che dimostrano quanto in poco conto siano tenuti i diritti e le necessità dell'Italia monocolore renziana financo da amici e alleati. Probabilmente su questo terreno Renzi paga dazio alla sua veloce ascesa e conseguente inesperienza. Da sindaco a premier senza passare neppure per il Parlamento, o per un'ora di lavoro, può entusiasmare i tuoi fan e illudere parlamentari in fuga da partiti allo sbando. Ma è cosa, direi curriculum, che lascia perplessi i grandi del mondo, abituati a interlocutori di ben altra autorevolezza. Parliamo di leader solidi e scafati, alcuni con alle spalle decenni di esperienza ai massimi livelli, capi o membri di lobby che decidono i destini di miliardi di persone.

E noi a tanto cosa contrapponiamo? Un premier simpatico e caciarone che si porta appresso la lobbina di giovani consiglieri comunali, amici di calcetto e vigilesse sveglie con la quale governava - secondo alcuni pure male - il Comune di Firenze. Ovviamente non può esserci partita. Qualche italiano Renzi ancora lo può stupire con battute (peraltro scritte da altri) ed effetti speciali in tv di fronte a conduttori per lo più compiacenti. Ma quando mette piede fuori dall'Italia, la musica cambia. Grandi cortesie, grossi sorrisi, ma l'uomo evidentemente non c'è. Per non parlare dei suoi ministri. Quelli degli Esteri, prima la Mogherini e ora Gentiloni, sono pesi piuma, la cattiva fama di quello dell'Interno, Angelino Alfano, ha superato i confini nazionali. Renzi e il suo governo ricordano quelle squadre di calcio che in campionato fanno scintille ma in Champions League non vanno oltre i preliminari. Simpatiche, appunto, ma senza storia e senza futuro.

Da che mondo è mondo la politica estera non è questione di partito ma di Stato, non di anagrafe ma di esperienza, non tiene conto di divisioni ma cerca l'unità. Se invece, come sta accadendo, uno continua a comportarsi come se fosse sindaco, quando arrivano Obama e la Merkel non puoi che metterti a servizio.

E i risultati si vedono.

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