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Pericolo stallo Superbonus, 127mila posti in bilico

Anche Confartigianato in ansia e c'è il problema cantieri. Fi: "Occorrono rimedi immediati"

Pericolo stallo Superbonus, 127mila posti in bilico

Crescono i timori sugli effetti della stretta del governo sul Superbonus 110%. Oltre alle imprese del settore anche i tecnici del Senato avevano messo in guardia dalle conseguenze dei nuovi limiti che sono stati introdotti con il nobile intento di ridurre le frodi.

Oltre agli investimenti ora sarebbero a rischio anche i posti di lavoro. L'allarme è di Confartigianto, secondo cui le 127mila nuove assunzioni previste dalle imprese edilizie nel primo trimestre del 2022 sono appese agli sviluppi della norma, che tutti, anche i partiti, chiedono venga cambiata. «Segnali negativi arrivano già da una sensibile riduzione dei lavori conclusi ammessi a detrazione», spiega la confederazione: a gennaio ammontano a 1.563 milioni di euro, un valore praticamente dimezzato (-46,2%) rispetto ai 2.904 milioni di dicembre 2021 (che aveva segnato un +87,5% rispetto a novembre 2021). Tutto a causa degli ostacoli sul Superbonus che «nell'arco di 20 mesi ha subito nove interventi di modifica, uno ogni 68 giorni».

La riduzione della possibilità di cedere i crediti - consentita una sola volta - sta già avendo un effetto negativo sulle realtà finanziarie disposte a comprarli. Le grandi banche assicurano che le procedure di acquisto crediti proseguono, altre però avrebbero sospeso la cessione del credito del Superbonus sulle nuove pratiche. Anche Poste e Cassa depositi avrebbero congelato le procedure.

Le forze politiche puntano a modificare il Sostegni ter in Parlamento, visto che il provvedimento approdato in Senato. «Non si può bloccare la doppia cedibilità per le banche a bassa capacità fiscale, rischiando di bloccare il 110% e di perdere posti di lavoro e opportunità per realizzare l'efficientamento energetico. Sarebbe un danno per le famiglie, le imprese e per l'ambiente», dice il capogruppo Pd in commissione Bilancio al Senato, Daniele Manca, convinto comunque che «sarebbe bene» che fosse il governo a intervenire.

Palazzo Chigi però sul punto ha annunciato solo una nuova stretta sulle aziende, questa volta sui requisiti di sicurezza.

La presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini sollecita rimedi immediati, stessa linea di Maria Teresa Bellucci, deputato e capogruppo FdI in commissione Affari sociali, secondo cui «chi lavora e fa impresa non deve subire le storture di un esecutivo che non ha voglia di ammettere le proprie responsabilità e di tornare sui suoi passi».

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