Cronache

Permesso matrimoniale pure a conviventi e gay

Ipotesi per il nuovo contratto degli statali: congedi anche per le unioni civili e coppie omo

Permesso matrimoniale pure a conviventi e gay

Lui sta con lui? Lei sta con lei? Lui sta con un transgender? Un transgender sta con lei? No problem.

Il nuovo contratto degli statali non fa differenza: il dipendente «in oggetto» - legato civilmente al suo partner (di qualsiasi sesso esso sia) - ha diritto ai medesimi permessi e congedi riconosciuti per legge a una coppia - «tradizionale». Mai più differenze quindi - anche in tema di diritti dei lavoratori - tra unioni civili, «creativamente omosex o intersex», e matrimoni etero «vecchio stile». Si tratta della più grande novità presente nella prima bozza del nuovo contratto per gli statali proposta ai sindacati dall'Aran, (Agenzia per la rappresentanza negoziale della pubblica amministrazione). C'è poco da storcere il naso. E chi lo fa si illude di poter fermare le lancette dell'evoluzione (o dell'involuzione?) sociale. La proposta ha l'obiettivo di «assicurare l'effettiva tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall'unione civile tra persone delle stesso sesso», come già previsto dalla legge del 2016. Così i conviventi, come le coppie sposate, potranno godere di 15 giorni di stop retribuito per le nozze.

Un'altra innovazione presente nella bozza presentata dall'Aran riguarda la possibilità di portare anche nella pubblica amministrazione la possibilità per il lavoratore di cedere a titolo gratuito ad un altro dipendente, che ne abbia necessità per gravi problemi (familiari o di salute), la parte che eccede le quattro settimane di ferie di cui ognuno è obbligato a fruire.

Il testo riguarda strettamente gli statali e sui rinnovi segue le linee guida, così come per lo «spacchettamento» delle ore di permesso, che oggi sono riconosciuti soltanto in termini di giorni, fino ad un massimo di tre. La bozza prevede quindi la possibilità di prendere delle ore di permesso per motivi familiari, fino ad un massimo di 18 ore. Inoltre sono previsti anche dei permessi ad hoc per da usufruire sia in modalità giornaliera che oraria, per le visite specialistiche e gli esami diagnostici. Fanno parte del tetto ore anche «i tempi di percorrenza da e per la sede dell'ufficio». I permessi, anche ai fini retributivi, corrispondono allo stesso regime delle ferie per malattia. Le tutele previste per le terapie salva-vita in fatto di assenze vengono estese anche ai «giorni di assenza dovuti agli effetti collaterali» di questi trattamenti. L'unica cosa che potrebbe variare rispetto alla prima bozza è il tetto massimo dei giorni esentati dalla penalizzazione.

In un altro punto della bozza di rinnovo contrattuale per gli statali proposta dall'Aran ai sindacati, viene precisato che i permessi previsti dalla legge 104 del 1992 sulla disabilità vadano inseriti in una «programmazione mensile» e in caso di «documentata necessità».

La domanda può essere presentata anche nelle 24 ore precedenti ma non può arrivare oltre l'inizio dell'orario di lavoro.

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