Cronaca nera

Perquisizioni a vuoto, Kata non si trova. Il racket degli affitti dietro il sequestro

I genitori hanno tentato il suicidio. I peruviani: "Chi sa parli"

Perquisizioni a vuoto, Kata non si trova. Il racket degli affitti dietro il sequestro

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Si cerca vicino al suo alloggio ma anche lontano da Firenze, la piccola Kataleya Alvarez. A ormai quattro giorni dalla scomparsa della bambina di origini peruviane di cui non si hanno tracce da sabato pomeriggio, da quanto è svanita da un ex hotel occupato nel quartiere di San Jacopino a Firenze le indagini continuano ad ampio spettro.

Gli inquirenti insistono a cercarla nelle stanze dello stabile in cui viveva insieme alla mamma Caterina e ad altri parenti, ma le indagini si sono spostate anche al di là dell'Appennino, a Bologna, in seguito a una segnalazione ritenuta in un primo momento attendibile. La prefettura si è attivata sulla base di quanto riferito da una persona del luogo, che avrebbe notato la bambina in compagnia di una donna la sera del 10 giugno su un autobus scattando una foto della piccola. Ma col passare delle ore la pista bolognese si è «raffreddata», mentre resta in piedi anzi, prende via via sempre maggiore vigore l'ipotesi secondo cui alla base della scomparsa di Kataleya possa esserci il racket degli alloggi nell'ex hotel in via Maragliano, o quantomeno uno sgarbo fatto dai familiari della bambina a soggetti poco raccomandabili. Sempre ieri, infatti, gli investigatori hanno effettuato un nuovo sopralluogo nell'ex albergo per verificare le possibili vie d'uscita non coperte dalle telecamere, e hanno esteso i controlli con i cani molecolari ad alcune case nelle strade limitrofe al palazzo occupato dove abita Kataleya. «Non escludiamo niente», ha ribadito la pm Christine Von Borries uscendo dallo stabile. Un'altra pista presto derubricata all'iniziativa di un mitomane sarebbe quella relativa a un foglio bianco con la scritta «sto bene» che sarebbe comparso alla fermata di un autobus nei pressi dell'ex hotel e in varie altre parti del quartiere. La vicenda della sparizione della bambina continua ad avere punti oscuri, soprattutto dopo che nei giorni scorsi sia la madre Caterina che il padre rinchiuso nel carcere di Sollicciano per reati contro il patrimonio hanno tentato il suicidio con identiche modalità, ingerendo candeggina. Nelle ultime ore, inoltre, la mamma ha più volte lanciato un appello rivolgendosi a qualcuno di specifico: «Non denuncio, ma riportatemi la mia bambina». Un elemento su cui i pm vogliono vederci chiaro: lunedì la madre di Kata e il suo fratellino di 7 anni sono stati ascoltati in procura dai pm Giuseppe Ledda e Christine Von Borries, che indagano per sequestro di persona a scopo di estorsione, ipotizzando proprio che la vicenda sia collegata al racket degli affitti dei posti letto nell'immobile occupato dove vive la famiglia. Secondo quanto raccontato dal Corriere Fiorentino le tariffe per soggiornare nello stabile vanno dai 50 euro per un bambino ai 100 per un adulto. Nel frattempo, nella zona da cui è scomparsa Kataleya continuano le ricerche da parte della comunità peruviana e non solo: lunedì sera circa un centinaio di persone ha partecipato a una fiaccolata organizzata per chiedere che la piccola possa tornare a casa. Non era presente la madre della bambina, che ha trascorso la notte al pronto soccorso dopo il tentativo di suicidio.

«Qualcuno deve sapere qualcosa, chi sa parli» è l'appello della comunità peruviana, mentre si cerca ancora di ricostruire cosa sia successo nelle 5 ore intercorse tra il momento della sparizione e quello in cui la madre della piccola ha denunciato l'accaduto.

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