Economia

Il piano della Bundesbank: gli italiani si autotassino

La provocazione tedesca: una patrimoniale al 20% con l'obbligo di acquisto dei nostri titoli di Stato

Il piano della Bundesbank: gli italiani si autotassino

Due giorni fa il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici aveva lanciato un avvertimento sinistro: «Se l'Italia non presenterà una nuova manovra emetteremo un'opinione sulla manovra che ci è stata presentata e la procedura continuerà, esploreremo altre vie per ridurre il debito pubblico italiano». Frase ignorata dai media ma pesantissima. Anche perché nella cassetta degli attrezzi dell'Europa non c'è una bacchetta magica che permetta di spostare il debito di uno Stato membro. E nemmeno l'imposizione di una patrimoniale, a meno che lo Stato non chieda di essere salvato.

Ma ieri un'idea di quello che passa per la mente di alcuni partner europei è arrivato tramite un articolo del Frankfurter Zeitung. Intervista a Karsten Wendorff, economista di punta della Bundesbank responsabile per il dipartimento delle finanze pubbliche nella banca centrale tedesca. La proposta è di creare un fondo italiano, finanziato da risparmio degli italiani, con titoli di Stato riservati specificamente a risparmiatori nazionali.

Fin qui l'idea è simile a quella del sottosegretario leghista Armando Siri, che vuole incentivare la sottoscrizione di obbligazioni di Stato in piani di risparmio privati. Unica differenza, la versione tedesca è obbligatoria. Il 20% delle ricchezze degli italiani viene convertito in obbligazioni di solidarietà. Una specie di prestito di guerra in tempo di pace.

L'importante è che non siano coinvolti contribuenti europei, spiega l'economista tedesco. Dichiarazione che ha due implicazioni: uno, la condivisione del rischio in ogni forma è fuori da ogni piano futuro del governo. E questo era prevedibile.

Secondo aspetto, in Germania si dà per scontato che in Italia la soluzione del Salva stati europeo, l'Esm, non deve essere applicato. La voce era circolata nei giorni scorsi. L'idea che l'Italia sia troppo grande per essere salvata è radicata. Meglio quindi un bail in forzato che risolverebbe i problemi di tutti tranne che quelli degli italiani.

Alla base dell'idea di Wendorff, c'è la convinzione tutta tedesca che la ricchezza privata degli italiani sia troppo alta rispetto al debito pubblico. Il fatto che gran parte di quella ricchezza sia data dalla casa di proprietà, prima casa e seconda abitazione di vacanza in alcuni casi, viene come al solito ignorato. È il pressing per introdurre un'altra patrimoniale sui risparmi degli italiani che si fa strada.

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha messo le mani avanti nei giorni scorsi dicendo che non serve ed è dannosa. L'economista della Bundesbank dice che non si tratterebbe di una tassa sulla ricchezza «perché c'è un rendimento». Un investimento forzoso per mille miliardi di euro, prelevati direttamente dai conti correnti.

Per i conti dello Stato italiano non sarebbe una soluzione. I nuovi titoli sarebbero comunque contabilizzati come debito pubblico. Si continuerebbero a pagare interessi. Ma gli altri europei sarebbero esentati dal dover utilizzare le somme messe a garanzia del Salva stati.

Opinioni della Bundesbank, che non sono maggioritarie nemmeno in Germania. In Europa cresce il partito di chi cerca un accordo con il nuovo governo italiano e Berlino non è tra chi vorrebbe mettere all'angolo Roma. Gli equilibri futuri in Europa saranno decisi nei prossimi giorni.

Prima tappa, il congresso del Partito popolare europeo che si terrà a Helsinki.

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