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Il piano del premier per affidare il Terzo settore al suo finanziatore

C'è il fedelissimo Manes dietro la nuova fondazione che gestirà i finanziamenti al no profit. Critiche dal Pd: "Accentramento di potere"

Il piano del premier per affidare il Terzo settore al suo finanziatore

Roma - Cooperative, associazioni di volontariato, onlus. L'ampia galassia del sociale, un settore che secondo le ultime stime vale il 7 per cento del Pil, potrebbe finire nelle mani di un solo uomo, uno strettissimo collaboratore di Matteo Renzi, l'imprenditore Vincenzo Manes, uno dei finanziatori della Fondazione Open del premier.Manca infatti soltanto un passo per il via libera definitivo alla riforma del Terzo Settore. Un ultimo passaggio alla Camera con il quale, salvo sorprese, si sancirà anche la nascita della Fondazione Italia Sociale. Un ente a capitale misto pubblico e privato al quale sarà assegnato il compito di raccogliere ma anche gestire ed indirizzare i finanziamenti destinati al no-profit. La legge delega al governo la definizione del suo Statuto. Le regole alle quali dovrà attenersi saranno dunque scritte da Palazzo Chigi in un futuro decreto.Manes accarezza l'idea della Fondazione da un paio d'anni da quando il premier annunciò che il Terzo Settore doveva diventare il primo motore dello sviluppo. Nominato da Renzi consulente per il sociale Manes espresse subito la volontà di rivoluzionare il settore anche attraverso l'istituzione di questa Fondazione, una sorta di «Iri del sociale» dove far confluire soldi pubblici e privati ma anche le risorse comunitarie per poi riversarli su progetti di interesse comune. La legge delega appena approvata al Senato prevede uno stanziamento di un milione di euro per il primo anno ma Manes punta a partire con un capitale di 150 milioni di euro tra contributi pubblici, donazioni da fondazioni straniere e fondi privati. Tra i metodi di finanziamento l'imprenditore in passato ha già ipotizzato una campagna a favore di un «1 per mille» per il sociale e anche una tassa sugli attivi finanziari dei privati cittadini.L'idea della Fondazione è sua e dunque Manes (che è anche presidente di una onlus, la Dynamo Camp che ospita bambini affetti da gravi patologie) appare il candidato naturale per guidarla. Proprio per questo è già diventato il nuovo «nemico pubblico numero uno» per i grillini che definiscono l'accentramento della gestione delle donazioni nelle mani del consulente del premier «l'ennesima porcata di Renzi».Toni più pacati ma stessa preoccupazione per tutti gli operatori del Terzo Settore che criticano la natura stessa dell'ente e soprattutto la mancata istituzione di una Authority con esclusivo compito di controllo. Proteste sono arrivate dal Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano, Modavi, e anche da parte del Forum Nazionale del Terzo Settore.L'opera di accentramento del potere nel mondo del sociale da parte di Renzi provoca proteste anche dentro il Pd. La senatrice Maria Cecilia Guerra spiega sul suo blog di temere «che questa fondazione possa diventare un nuovo centro di potere e di interessi».

E non è l'unica a nutrire questa preoccupazione.

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