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Le piccole imprese contro l'erario: «Se la prende solo con i più deboli»

L'85% dei controlli tributari su aziende con meno di 5 addetti

Le piccole imprese contro l'erario: «Se la prende solo con i più deboli»

Roma Un fisco forte con i deboli e debole con i forti. È questo il quadro che, secondo il centro studi di Unimprese, si presenta agli occhi di tutti se si analizzano al dettaglio i numeri relativi ai controlli fiscali effettuati nell'arco del 2016. In buona sostanza emerge un dato assai significativo: degli oltre 120mila accertamenti tributari sui titolari di partita Iva ben l'85% sono stati effettuati a carico di piccole imprese (con al massimo cinque dipendenti). Si parla di qualcosa come 100mila indagini. Una sproporzione macroscopica se si va a vedere quanto invece le ispezioni tributarie si sono accanite nei confronti delle grande società azionarie e delle grandi imprese. In questo settore i controlli sono stati appena 2300 in un anno: soltanto il 2% del totale. La maggior parte delle verifiche tributari è stata, tra l'altro, su piccoli importi: il 53% su maggiore imposta accertata fino a 15mila euro e il 24% fino a 51mila. Nella fascia più alta, da 15.493.708 euro in su, ci sono state soltanto 31 verifiche su grandi gruppi societari. «Quello che ormai tutti chiamano storytelling di un fisco amico - commenta il vicepresidente di Unimpresa Claudio Pucci - appartiene all'ormai popolare categoria delle fake news. L'amministrazione finanziaria si accanisce coi più deboli e stringe patti, con la scusa della compliance, coi grandi gruppi societari, industriali e finanziari».

Sempre in tema fiscale c'è da segnalare, poi, il grido d'allarme lanciato da Confprofessioni (l'associazione che rappresenta i liberi professionisti). In questo caso si parla di Irpef, ovvero di quell'addizionale stabilita dagli enti locali. Negli ultimi dieci anni - questo il senso dell'indagine effettuata - il prelievo fiscale da addizionale regionale Irpef è cresciuto del 58,66%, passando dai 7,47 miliardi di euro del 2006 agli 11,85 miliardi di euro del 2015. Una vera mazzata per i contribuenti che hanno visto crescere il peso delle addizionali regionali dai 254,72 euro del 2006 a una media di 404,10 euro nel 2015, con un incremento percentuale del 64,46%. I picchi più alti nel 2007 (in termini di prelievo +12,32% rispetto al 2006) e nel 2011 (+26,94% rispetto al 2010).

Tuttavia gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una ulteriore costante crescita che ha avuto il suo apice nel 2015 (+4,07% rispetto al 2014).

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