Cronache

Il piccolo jihadista del web. "Faccio esplodere la scuola"

Il 16enne algerino amministrava un canale Telegram per fare proseliti. Entra in un piano di deradicalizzazione

Il piccolo jihadista del web. "Faccio esplodere la scuola"

È un minorenne italiano di origini algerine, residente in Friuli, l'amministratore del canale «Khilafah News Italia», che contava oltre 200 utenti e su cui si faceva propaganda terroristica. A individuarlo gli specialisti della sezione per il contrasto al cyberterrorismo del Servizio polizia postale e delle comunicazioni e del compartimento di Trieste, in collaborazione con le Digos del capoluogo friulano e di Udine. Grazie a un lavoro portato avanti già dal dicembre del 2016, gli inquirenti sono riusciti, non senza difficoltà, a individuare l'autore del canale. Il giovane pubblicava le traduzioni in italiano dei video, audio e documenti di propaganda dello Stato islamico originariamente prodotti in lingua araba e rivolti soprattutto ai lupi solitari, ovvero a chi era pronto a compiere un attentato sul territorio nazionale.

Grazie alle indagini della polizia postale, dirette dal procuratore capo del tribunale per i minorenni di Trieste, Leonardo Tamborini e portate avanti attraverso servizi mirati di intercettazione delle comunicazioni telematiche, si è risaliti all'identità del giovane, ora indagato per attività di proselitismo a favore dell'Isis mediante diffusione e traduzione di contenuti propagandistici. Il ragazzo aveva creato anche un altro canale, chiamato «Stato islamico frontiera d'Europa», a cui erano iscritte una sessantina di persone. È lì che indottrinava i suoi seguaci e proponeva se stesso a ruolo di facilitatore, promettendo ad alcune persone di riuscire, grazie ai suoi contatti con ambienti vicini al Califfato, a inviarli a combattere per l'Isis.

«Ma volevo dire che ti posso aiutare nella tua impresa - si legge in una delle tante conversazioni - Akhi lo faccio perché è un piacere ed è un dovere. Non avrai solo indicazioni. Ci sono molti fratelli che sono in fila. Comunque tu non abbassare mai la guardia». Inoltre, spiegava ai suoi contatti come realizzare un ordigno. «Semplice no? - è riportato in un'altra conversazione - il fratello ci ha messo 15 minuti per creare una bomba». E ancora: «Il materiale è roba semplice che compri al supermercato».

E poi lui chiedeva in chat: «Salve, come faccio a far passare una cintura esplosiva attraverso le porte automatiche?». E riceveva una risposta in lingua araba: «Si tratta di un materiale plastico inodore per cui è impossibile che venga scoperta sia dai cani addestrati che dagli apparati di controllo degli aeroporti. È possibile che superi i controlli dell'aeroporto con la stessa facilità con cui vengono superati da qualsiasi pezzo di plastica».

Il minorenne voleva realizzare quell'ordigno per far esplodere l'istituto scolastico che frequentava. Quando lo hanno fermato nel suo zaino hanno trovato una bandiera dell'Isis, da lui stesso realizzata e del materiale propagandistico. L'operazione, che prende il nome «Ansar» ha dimostrato come possano esservi aspiranti terroristi anche tra gli immigrati di seconda generazione.

Ora il giovane è stato inserito in un percorso di deradicalizzazione, grazie al suo distacco dal mondo del «cyber jihad».

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