Economia

Pil affossato dalle banche. La crescita è un miraggio

L'Ocse sbugiarda il governo: salirà solo dello 0,8%. E sulla flessibilità la Ue chiude la porta al premier

Pil affossato dalle banche. La crescita è un miraggio

La bassa crescita dell'Italia è sempre più un caso internazionale. A pochi giorni dalla presentazione della nota di aggiornamento del Def con le nuove stime ufficiali del governo, l'Ocse ha rivisto al ribasso le sue previsioni, portando all'attenzione dei mercati mondiali le difficoltà del Paese. Secondo l'organizzazione dei paesi sviluppati, il Pil italiano crescerà dello 0,8% quest'anno e anche nel 2017.

Il problema è comune. Nell'Interim economic outlook (il rapporto semestrale nel quale l'Ocse traccia l'andamento dell'economia mondiale) si parla di «trappola della bassa crescita» per l'economia globale, principalmente per un rallentamento del commercio internazionale. Ma tra tutte le revisioni della crescita al ribasso, quella italiana è la maggiore. Appena tre mesi fa, l'Economic outlook annuale stimava per il nostro Paese una crescita pari all'1% quest'anno e all'1,4% l'anno prossimo.

Una doppia smentita per il governo che ha annunciato stime migliori di quelle di Confindustria per l'anno in corso (gli industriali hanno previsto uno 0,7%) e una situazione in miglioramento il prossimo anno. La distanza tra Ocse e Italia dovrebbe emergere quando tra pochi giorni saranno diffuse le nuove stime del governo che si dovrebbero attestare su uno 0,9% di crescita nel 2016 e 1,2% nel 2017.

A penalizzarci, secondo l'organizzazione di Parigi, le sofferenze delle banche. Senza un riferimento esplicito all'Italia, l'Ocse punta il dito contro l'azione dei governi, incapaci di mettere in campo di riforme strutturali e politiche che facciano ripartire, insieme all'occupazione, anche i salari. Poi pesa l'instabilità politica e la crescita dei partiti populisti. Un riferimento diretto all'Italia è arrivato dal capo economista dell'Ocse Catherine Mann. Promosso il Jobs Act che «ha portato a un aumento dell'occupazione». Ma pesa «la questione della fiducia che ha a che fare con il prossimo referendum».

Di fronte alla nuova bocciatura il premier Matteo Renzi si è detto «fiducioso e ottimista, l'Italia non va così bene come vorrei andasse ma va un po' meglio di come andava qualche anno fa».

Le preoccupazioni dell'Ocse si concentrano sulla crescita. E nel rapporto traspare il favore dell'organizzazione per una maggiore flessibilità nell'applicazione dei patti europei. Una interpretazione favorevole all'Italia, che per il momento non trova sponde a Bruxelles. Ieri il commissario europeo agli affari economici Pierre Moscovici ha raffreddato le speranze del governo italiano. In una intervista alla Stampa ha detto che l'unica flessibilità da concedere al momento è quella prevista dai Patti, «Senza fare eccezioni: dobbiamo restare entro i limiti imposti dalle regole». Peccato che la flessibilità che serve al governo Italia è in buona parte fuori dalla portata delle eccezioni previste dai Patti. La trattativa con Bruxelles è affidata al ministero dell'Economia.

Martedì l'Italia dovrebbe inviare le nuove stime su crescita e conti pubblici.

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