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Con il Pil gonfiato parte male il Decreto crescita Scontro con l'Ue, rimborsi e Alitalia rischio stop

Secondo Bruxelles sono stati sovrastimati gli effetti delle misure sui conti nazionali

Con il Pil gonfiato parte male il Decreto crescita Scontro con l'Ue, rimborsi e Alitalia rischio stop

«Investimenti, incentivi, imprese, immobili». Il ministero dell'Economia ha commentato con fierezza le «quattro i», ossia le quattro direttrici d'azione del decreto Crescita per rilanciare lo sviluppo del Paese. A tanta enfasi, tuttavia, non corrispondono cifre adeguate. Il Tesoro ha, infatti, sottolineato che complessivamente lo stanziamento è pari a circa 1,9 miliardi di euro nel triennio 2019-2021 dei quali un miliardo di euro nel solo 2019 e 450 milioni annui nel biennio 2020-2021. Considerato che il decreto Sblocca cantieri è praticamente a costo zero (ci sono 300 milioni per le aree terremotate), ciò significa che lo 0,1% di crescita in più quest'anno che il Def attribuisce ai due provvedimenti sarà conseguito con effetti moltiplicativi straordinari. Si otterranno, cioè, 1,8 miliardi di Pil in più con un miliardo di risorse con un rapporto 1,8:1 che è ben al di sopra dei tradizionali moltiplicatori della spesa per investimenti. Al ministro Tria avrebbe giovato un po' più di prudenza visto il precedente del suo predecessore Padoan che su analoghi provvedimenti aveva dispensato stime eccessivamente ottimistiche, smentite dai fatti.

Al di là dell'entusiasmo per gli effetti di superammortamento, mini-Ires, deducibilità dell'Imu sui capannoni e risorse ai Comuni per gli investimenti in efficienza energetica, c'è un altro problema che si staglia all'orizzonte: l'apertura di due nuovi fronti con la Commissione Ue. Questa volta non si tratta del giudizio pendente sullo stato di salute dei conti pubblici, ma di due questioni attinenti a tutela del mercato. L'ultima versione del decreto, infatti, prevede che per i risparmiatori coinvolti nei crac bancari i rimborsi saranno automatici per il 90% della platea, ovvero chi ha un reddito imponibile inferiore ai 35.000 euro o un patrimonio mobiliare inferiore ai 100.000 euro (elevabile a 200.000 euro se la Commissione europea darà il via libera). Per il restante 10% è prevista la creazione di un indennizzo semiautomatico, con la semplificazione dei processi di verifica di una Commissione tecnica del ministero dei criteri che conducono all'erogazione diretta dell'indennizzo. Ieri il commissario Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ha incontrato in un clima amichevole le due associazioni che si sono opposte alla soluzione prospettata, ma ogni compromesso non sarà gratis. In ogni caso, i risparmiatori non rivedranno parte dei loro investimenti andati in fumo prima dell'anno prossimo visto che ci sono due decreti attuativi da emanare per la presentazione delle domande di rimborso che dovranno essere presentate entro 180 giorni e per la composizione della commissione tecnica.

Molto più duro potrebbe essere lo scontro sull'Alitalia. Il decreto prevede espressamente l'ingresso del tesoro nella newco «Nuova Alitalia» nel limite dell'importo maturato a titolo di interessi sul prestito ponte da 900 milioni (garantiti dalla Cassa servizi energetici e ambientali, cioè dalle nostre bollette), mentre il comunicato di Via XX Settembre ha evidenziato la «predisposizione» del quadro necessario ad un ingresso «eventuale». Elevato il rischio dell'apertura di una procedura di infrazione per aiuti di Stato.

Tra le altre novità si segnala lo slittamento al 30 maggio del termine per l'adozione dei provvedimenti di rideterminazione dei vitalizi regionali. Ma per un piccolo taglio che si prospetta si fanno largo nuove spese correnti. Il decretone su quota 100 e reddito di cittadinanza viene modificato per consentire all'Anpal di «procedere autonomamente alla stipula di convenzioni anche con società in house per l'implementazione della piattaforma informativa dei centri per l'impiego». Una ciambella di salvataggio per i precari di Anpal Servizi, passati in secondo piano rispetto ai navigator. Agevolate le assunzioni stabili negli enti locali e sbloccato un aumento del 5% annuo della spesa per il personale degli enti del Servizio sanitario nazionale.

Crescita garantita? Quella della macchina pubblica.

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