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Pioggia di bocciature sul Def. Pensioni, lo stop di Bankitalia

Di Maio isterico: candidatevi alle elezioni. La mazzata dell'Ufficio Bilancio: previsioni troppo ottimistiche sul Pil

Pioggia di bocciature sul Def. Pensioni, lo stop di Bankitalia

La Nota di aggiornamento del Def (Nadef) è tutta da riscrivere. L'Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb), l'Authority di controllo sui conti pubblici, non ha validato le previsioni macroeconomiche sul 2019 giudicando che «i significativi e diffusi disallineamenti relativi alle principali variabili del quadro programmatico rendono eccessivamente ottimistica la previsione di crescita sia del Pil reale (+1,5%) sia di quello nominale (+3,1%)». In pratica, i numeri alla base della manovra sono ritenuti «gonfiati» e devono essere perciò rivisti. Oggi il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, si ripresenterà alle commissioni Bilancio riunite per fornire le proprie controdeduzioni.

In particolare, spiega l'autorità presieduta da Giuseppe Pisauro, «vanno ricordati i forti rischi al ribasso cui sono soggette le previsioni per il 2019 alla luce di diversi fattori» come l'indebolimento del ciclo macroeconomico e la possibilità di un rialzo dello spread. Forti dubbi, inoltre vengono espressi sul previsto incremento degli investimenti (+16%) considerato il calo registrato negli ultimi otto anni e quello previsto nel 2018. Bocciato, infine, il mancato rispetto delle regole del Patto relativamente all'aggiustamento del deficit richiesto dalla Commissione Ue e pari 0,6 punti percentuali di Pil che potrebbe comportare l'apertura di una procedura d'infrazione. «L'inadeguatezza di questo Def è ormai conclamata», ha commentato il capogruppo alla Camera di Fi, Mariastella Gelmini, invitando il governo e la maggioranza a porre «subito rimedio» prima che l'Ue ci mandi indietro anche la legge di Bilancio».

Analoghi argomenti erano stati utilizzati anche dalla Banca d'Italia che in audizione aveva posto l'accento sulla flebile ricaduta degli interventi annunciati a fronte del peggioramento sicuro dei conti pubblici. La manovra avrà un impatto «modesto e graduale» sulla crescita, ha sottolineato il vicedirettore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini precisando che l'effetto del reddito di cittadinanza sarà «contenuto». Secondo Via Nazionale, l'incremento del Pil nel 2019 si manterrà perciò sotto l'1 per cento. Bankitalia ha inoltre invitato il governo a «non tornare indietro» sulle riforme pensionistiche introdotte negli ultimi anni perché la sostenibilità del sistema è «un fondamentale elemento di forza delle finanze pubbliche italiane». Immediata la replica via social del vicepremier Luigi Di Maio. «Se Bankitalia vuole un governo che non tocca la Fornero, la prossima volta si presenti alle elezioni», ha commentato.

Il debito pubblico italiano, ha ricordato Signorini ammonendo sugli effetti perversi dello spread, «è detenuto per circa due terzi da istituzioni e soggetti italiani ma ciò non lo isola dalla logica del mercato che cerca il rendimento e fugge l'incertezza». Ultimo ma non meno importante, «una minore valutazione dei titoli di Stato incide sui requisiti patrimoniali delle banche e «può ridurne la capacità di offrire credito». Il presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, bollando come «ottimistiche» le previsioni, ha invece sottolineato che «la probabilità che il rapporto debito/Pil nel 2020 aumenti anziché ridursi si è raddoppiata» invitando a moderazione e prudenza su reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni. Matteo Salvini non s'è perso d'animo. «Sono convinto che gli italiani siano pronti a darci una mano», ha detto aggiungendo che «la forza dell'Italia è un risparmio privato che non ha eguali al mondo».

Anche il prestito forzoso, però, non è un'idea nuova.

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