Cronache

Il porto in un mare di guai. A Livorno azzerati i vertici

Interdizione per l'intero gruppo dirigente e struttura commissariata. Il governatore Rossi chiama Toninelli

Il porto in un mare di guai. A Livorno azzerati i vertici

Un'altra infrastruttura italiana finisce nell'occhio del ciclone.

Ieri mattina la Guardia di finanza ha infatti notificato l'interdizione dai pubblici uffici per 12 mesi ai vertici dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale di Livorno, ovvero il presidente Stefano Corsini, nominato nel 2017 dall'ex ministro Graziano Del Rio, il segretario generale Massimo Provinciali, ma anche l'amministratore delegato di Sintermar spa, Costantino Baldissara, i due omonimi Corrado Neri (che sono parenti, uno del 62 è uno del 75), rispettivamente presidente e componente del Cda di Sintermar e l'amministratore unico della Seatrag, autostrade del mare, Massimiliano Ercoli.

Da tempo erano finiti al centro di un'indagine per aver favorito in maniera illegale il gruppo Grimaldi e alcune società a esso collegate, a discapito di altre compagnie di navigazione, che a causa dell'operato di questi soggetti non avevano garantita la libera concorrenza e provocando anche ingenti danni all'erario.

Il porto labronico, pertanto, dovrà avere ora un commissario straordinario, la cui individuazione è già stata disposta dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Il procuratore capo di Livorno, Ettore Squillace Greco, ha disposto l'interdizione dai pubblici uffici dei soggetti in questione e ad emettere il provvedimento è stato il gip Marco Sacquegna. L'accusa è di concorso in abuso d'ufficio e falso ideologico.

L'indagine, come si legge nell'ordinanza di applicazione della misura interdittiva, ha preso il via da due esposti presentati dalle società Ltm e Agemar, concorrenti di Grimaldi, che hanno segnalato «reiterati e pervicaci comportamenti tenuti dall'Autorità portuale di Livorno».

Secondo quanto rilevato dalle Fiamme Gialle, le banchine del porto di Livorno venivano concesse alle navi della compagnia favorita con autorizzazioni temporanee, procedura prevista solo in particolari situazioni.

Era diventata, invece, una consuetudine, tanto che sarebbero state 28 le volte in cui le navi in transito verso Sardegna, Sicilia, Spagna e Tunisia avrebbero attraccato senza averne diritto.

Lo scenario avrebbe configurato un affidamento non occasionale, ma permanente delle banchine, quasi come se Grimaldi fosse in possesso di concessione demaniale.

Oltre ai soggetti interdetti, risultano ancora indagati l'ex presidente dell'Autorità portuale di Livorno, Giuliano Gallanti, e l'ex dirigente del settore demaniale dell'Autorità portuale Matteo Paroli, che oggi risulta essere segretario generale al porto di Ancona. In concorso tra loro «davano implicitamente e falsamente per sussistenti utilizzazioni di superfici a uso precario» a Grimaldi o alle società a essa collegate, tra cui Seatrag, Sintermar e Sdt.

In una intercettazione Provinciali dice chiaramente a una donna: «Che queste poi sarebbero le vere e autentiche occupazioni temporanee, cioè noi le gestiamo come autorizzazioni temporanee soprattutto in aree demaniali, fenomeni che durano poi anni e che è la vera distorsione dell'occupazione temporanea».

Gli indagati in più di un'occasione si dimenticavano poi di «richiedere e pretendere il pagamento del canone maggiorato previsto per le autorizzazioni temporanee» applicando fino al 20 per cento di sconto sul canone demaniale.

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, mentre il governatore Enrico Rossi ha chiamato il ministro Danilo Toninelli: «Bene il commissariamento, ma è necessario concertare la nomina».

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