Politica

Pos, dietrofront del governo Niente multa ai negozianti

Verso il taglio delle commissioni, ma senza sanzione da 30 euro per chi rifiuta il pagamento elettronico

Un colpo alla tracciabilità, ma anche una carezza al contante. Il governo insiste sulla tracciabilità, anticipando i desiderata di Renzi che giovedì scorso aveva annunciato la riduzione delle commissioni sulla carta di credito come «uno degli obiettivi della prossima legislatura», perché «se si agevola la moneta digitale tutto è tracciato ed è più difficile evadere».

E già ieri, nel preconsiglio dei ministri, l'esecutivo ha infatti lavorato al testo - portato in serata al Cdm - che taglia le commissioni interbancarie per i pagamenti con moneta elettronica tramite Pos.

La novità è che a questo giro, salvo sorprese dell'ultimo momento, nel provvimento del governo non vengono previste sanzioni per i commercianti che non accettano i pagamenti con bancomat e carta di credito. Una retromarcia rispetto alle previsioni: la normativa attuale prevede dal 2015 l'obbligo per gli esercenti di dotarsi del Pos, ma non ha introdotto un sistema sanzionatorio. Si era previsto di inserire multe fino a 30 euro per chi non accetta pagamenti con carte, sfruttando la norma del codice penale che punisce chi «rifiuta di ricevere, per il loro valore, monete aventi corso legale nello Stato», estendendo dunque la sanzione (fino a 30 euro) anche al caso di rifiuto di pagare con moneta elettronica.

Ieri mattina, però, l'ipotesi di inserire anche questa «estensione» nel provvedimento sarebbe saltata nel corso della riunione preparatoria del consiglio dei ministri serale. Salvaguardando il contante, e prevenendo le obiezioni della categoria.

Confcommercio infatti si era inalberata contro la paventata introduzione di un sistema sanzionatorio, pur plaudendo alle altre misure a favore della trasparenza. «Bene che il Governo abbia deciso di intervenire per ridurre le commissioni per i pagamenti con carte di credito e bancomat tramite Pos, anche se si tratta delle commissioni interbancarie e non di quelle a carico delle imprese. Non vorremmo, però, che il Governo usi questo stesso provvedimento per introdurre anche le sanzioni per le imprese che non accettano pagamenti elettronici».

Insomma, per l'organismo di categoria se «l'obiettivo è quello di diffondere sempre di più l'uso di questi strumenti di pagamento, la via non è certo quella di prevedere misure ingiuste e penalizzanti», limitandosi a «intervenire sulla riduzione delle commissioni applicate dalle banche alle imprese che restano ancora troppo elevate e che, nel caso di pagamenti di piccoli importi e per alcuni settori in particolare, come distributori di carburante, tabaccai, giornalai, assorbono molto spesso i margini di profitto degli imprenditori».

E a quanto pare, le obiezioni di Confcommercio hanno fatto centro, nonostante il relatore del provvedimento, il responsabile Innovazione del Pd, Sergio Boccaduri, avesse replicato alla nota con una certa durezza, dicendosi «perplesso» perché «un obbligo senza la sanzione ha poco senso», soprattutto parlando «di multe fino ad appena 30 euro».

Ma in Consiglio dei ministri, alla fine, sarebbe sbarcato un testo del decreto di recepimento della direttiva Ue che conteneva solo il taglio alle commissioni interbancarie, come voluto dalla categoria. Sospendendo la decisione sulle sanzioni.

E confermando, almeno per ora, il deciso dietro front rispetto alle misure annunciate da mesi.

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