Cronache

Predica choc: «Perdoniamo i killer di Gloria»

Il parroco ai genitori della vittima: "Non c'è ragione per covare rancore"

Predica choc: «Perdoniamo i killer di Gloria»

Nino Materi«Il risentimento divora, non vi è ragione per covarlo. Perdonate per Gloria...». Ci sono frasi che - pur se pronunciate in buona fede - hanno sull'anima lo stesso effetto urticante del gesso quando stride sulla lavagna.

È il caso della predica di ieri di don Angelo Bianchi, il parroco di Castellamonte (Torino) che ha avuto l'onore - e l'onere - di officiare il funerale di Gloria Rosboch, la docente prima truffata e poi ammazzata da due criminali che rispondono al nome di Gabriele Defilippi (22 anni, ex allievo della prof. Rosboch) e di Roberto Obert (54 anni, amante di Defilippi). Assassini rei confessi che, dopo aver tentato di strangolare la vittima, si sono sbarazzati della donna gettandola - forse ancora viva - in una cisterna piena di acqua putrida alla periferia del paese. È lì che i carabinieri venerdì scorso hanno trovato il cadavere della Rosboch, dopo che dell'insegnate 49enne si erano perse le tracce dal 13 gennaio. Era uscita dicendo ai genitori. «Torno tra 20 minuti».

Non è più tornata. Uccisa dal suo ex studente che le aveva fatto credere di nutrire affetto per lei, di voler costruire con lei (e prima di lei, con molte altre...) un futuro dorato in Francia: tutto in cambio di un «prestito» da 187 mila euro. Gloria - la «dolce Glo» - come la chiama per meglio lusingarla quel delinquente di Gabriele (il giovane dalle mille identità accomunate però sempre dalla stessa vena malvaglia), va in banca e si fa consegnare i risparmi di famiglia. I 187 mila euro finiscono nelle mani di Defilippi o forse in quelle del suo complice-amante Obert, e da lì spariscono nel nulla. Ancora oggi non se n'è ancora trovata traccia. Ma ieri dall'altare don Angelo non ha trovato niente di meglio che puntare l'indice contro la «caduta dei valori più alti». Parole valide per ogni occasione, ma non - come in questo caso - i colpevoli hanno nomi, cognomi e facce ben chiari. Una coppia di killer, cui va aggiunta la figura inquietante della mamma di Defilippi, Caterina Abbattista anche lei in carcere per concorso in omicidio. Ora piange e si dispera, ma quando la povera Gloria andò da lei per essere aiutata, lei la riempì di fandonia; oscuro anche il suo ruolo durante la fase immediatamente precedente e successiva al delitto compiuto dal figlio e dal suo complice. Don Angelo pensa esattamente a loro quando dice: «Gloria è morta ingannata nella sua fiducia, nel credere nei suoi sentimenti.

Uccisa da parte di chi ne ha approfittato nel modo più vile». E poi: «Questa morte interpella tutti noi, ciechi di fronte al male, c'è una caduta dei valori più alti». Infine, rivolto a Marisa ed Ettore Rosboch, gli anziani genitori di Gloria, il religioso ha ribadito: «Potremmo aprire il cuore alla vendetta e al rancore, certo non possiamo fare a meno di invocare una giustizia celere ma dico a Marisa ed Ettore Rosboch, in punta di piedi entrando nel vostro dolore e nel vostro cuore lacerato, decidete di perdonare. Il risentimento divora, non vi è ragione per covarlo». «Non vi è ragione...

». Caro don Angelo, ne è proprio sicuro?

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