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Prescrizione, battaglia azzurra. Berlusconi: follia giustizialista

Forza Italia chiede una riforma globale della giustizia L'ex giudice Nordio: così è la fine della civiltà giuridica

Prescrizione, battaglia azzurra. Berlusconi: follia giustizialista

A desso l'appuntamento è per il 27 gennaio, quando la riforma Bonafede approderà nell'aula di Montecitorio. Forza Italia si prepara a una «battaglia di civiltà», come dice la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini, per sbarrare la strada al blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado.

Per il leader azzurro Silvio Berlusconi i 5S, ormai «costola della sinistra», sono animati da «follia giustizialista» e che queste idee sono «pericolosissime» se ne sono accorti anche nella maggioranza, ma se la riforma passerà tutti i partiti saranno «ugualmente corresponsabili», dice all'Agi e ad alcune tv locali dell'Emilia Romagna.

Si riferisce al voto di mercoledì in Commissione Giustizia, che ha spaccato la maggioranza con Italia Viva schierata con il centrodestra. Gli azzurri superano la delusione per la bocciatura per un solo voto (quello inusuale della presidente 5Stelle) della pdl di soppressione di Enrico Costa e annunciano una grande mobilitazione. Puntano anche sulla giustizia per ottenere consensi, con le regionali alle porte che potrebbero confermare il successo di un centrodestra dove, sottolinea il Cavaliere, «non c'è un monopolio sovranista».

La presidente dei senatori di Fi, Anna Maria Bernini, parla di «sciagurata riforma voluta da due avvocati, Bonafede e Conte, che porterà una serie di anime dannate ad entrare in un processo senza sapere quando ne uscirà». Alla conferenza stampa di Fi partecipano il magistrato Carlo Nordio, il presidente dei penalisti Giandomenico Caiazza e Marcella Panucci di Confindustria. Il titolo è «Senza fine», che si riferisce al processo illimitato e richiama il brano di Gino Paoli. Non finisce anche la battaglia, portata avanti da Fi «da un anno e mezzo in splendida solitudine», precisa la Gelmini, soprattutto perché le nuove norme vengono viste come un «cavallo di Troia» per attaccare le garanzie di difesa. «Dopo si passerà - avverte Caiazza- al diritto di appello, al divieto di reformatio in peius e chissà a che altro, in omaggio alla filosofia di Piercamillo Davigo, per cui la colpa di tutti i mali della giustizia è nelle troppe garanzie per il cittadino, non nei troppi processi spesso incardinati sul nulla». Per Nordio, «questo è l'inizio della fine della civiltà giuridica, un provvedimento devastante dal punto di vista del principio, che apre al giacobinismo forcaiolo, al rischio di una deriva giudiziaria incivile». Smonta affermazioni false a sostegno della riforma, a cominciare dalla «balla colossale» che la prescrizione esista solo in Italia. Fa l'esempio della Francia e sugli Usa, dove la prescrizione non esiste, sottolinea che il sistema è totalmente diverso dal nostro. «È disonorevole per un governo - aggiunge- non aver rispettato la parola data, promettendo che avrebbe fatto insieme riforma per accelerare i processi e della prescrizione».

Caiazza, che annuncia una manifestazione degli avvocati il 28 davanti a Montecitorio, ricorda che la riforma riguarda meno del 25% dei casi, perché nel 60% la prescrizione matura prima dell'udienza preliminare e nel 15% prima della sentenza di primo grado. «Non si interviene - dice- sulla fase in cui i pm hanno mano libera anche per iniziare procedimenti già destinati alla prescrizione. Questa riforma sciagurata introdurrà l'idea folle dell'imputato a vita ed è una grande operazione di mistificazione». Ai danni del cittadino, aggiunge Costa, visto che il «lodo Conte vorrebbe bloccare la prescrizione solo per i condannati in primo grado e dimentica che in appello le sentenze riformate sono il 48%». Poi attacca i dem, che definiscono la proposta di Fi «strumentale» quando la loro era simile.

«A questo punto - dice Francesco Paolo Sisto - speriamo che intervenga la Corte costituzionale».

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