L'articolo della domenica

Il primo totalitarismo barbarico

Quella di Isis non è soltanto una dittatura: è il regno di terrore e caos di Tamerlano

Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul
Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul

Solo nei Paesi anglosassoni, alla fine del Seicento, è stata estesa all'intera nazione la formula politica chiamata democrazia che, in forma embrionale, era nata in Grecia e a Roma. Nella democrazia moderna il potere viene deciso attraverso elezioni, ma il vincitore non può rendere irreversibile il suo dominio. Deve lasciare al vinto libertà di culto, di parola e di organizzazione, in modo che egli possa tornare a competere elettoralmente e provare a vincere le elezioni a sua volta. Questo meccanismo è diventato una istituzione stabile in Europa occidentale solo dopo la sconfitta del totalitarismo nazista e in quella orientale con la fine di quello comunista.

Oggi non ci sono regimi totalitari in Europa, ma ci sono nel mondo islamico; alcuni vecchi, come i regimi wahabiti nell'Arabia Saudita, altri più recenti, come l'Iran di Khomeini, la Somalia, il Sudan, l'Afghanistan. Ma solo lo scorso anno è nato lo Stato Islamico del califfo Al Baghdadi che intende conquistare tutto il mondo musulmano e l'Europa. Esso applica la sharia più barbarica. I non musulmani vengono posti di fronte all'alternativa: convertirsi o essere uccisi. I cristiani hanno la possibilità di diventare dhimmi (sudditi non musulmani), devono pagare una forte tassa, ma non possono costruire chiese, devono nascondere ogni simbolo cristiano e non possono nemmeno farsi il segno della croce.

Come tutti i regimi totalitari, anche lo Stato Islamico governa col terrore, ma con un terrore barbarico: tagliano la testa ai prigionieri, li bruciano, li crocifiggono, rendono schiave le donne, tagliano mani e piedi, li seppelliscono vivi. Questa orgia di potere e di sangue eccita e attrae migliaia di giovani fanatici e ambiziosi. Sono gli jihadisti che odiano l'Occidente, la sua cultura, la sua libertà, i suoi diritti umani, la sua tolleranza, la sua democrazia. E pensano che sia corrotto, debole, inetto. Sognano di conquistarlo, di distruggere le sue chiese, le sue istituzioni, di annetterlo al califfato restandone i padroni.

Il loro modello resta Tamerlano, che imponeva la fede islamica con la scimitarra, distruggeva le città ribelli e lasciava, al loro posto, una piramide di crani.

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