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La priorità dei giallorossi: spartirsi 400 poltrone

Entro il 2019 vanno nominati i vertici di 70 tra enti e Autority, in aprile 2020 scadono Leonardo, Terna, Mps...

La priorità dei giallorossi: spartirsi 400 poltrone

C'è un altro pezzo di torta da mangiare. Dopo ministri e sottosegretari, la maggioranza giallorossa punta alle 400 poltrone, tra enti, società, partecipate, aziende di Stato e Autority, da occupare. La priorità per il governo Pd-Cinque stelle è mettere le mani sulla grande lottizzazione. Un piatto ricco che, oltre alla settantina di scelte condivise (o spartitorie) da fare entro fine anno, include complessivamente anche la sostituzione dei Cda in scadenza il prossimo anno, tra cui figurano quelli di colossi come Eni, Enel, Poste e Leonardo. Un totale che, secondo gli esperti del settore, comporterebbe circa quattrocento giri di poltrone, se si considerano anche i collegi sindacali e le consulenze di alto profilo. Un banchetto al quale vuole sedersi da convitato principale Matteo Renzi. E l'accelerazione sulla nascita di gruppi parlamentari autonomi sarebbe dettata proprio dalla volontà dei renziani di partecipare al mercato delle poltrone di Stato. Prima della fine dell'anno ci sarebbero 70 poltrone da assegnare in una decina di società i cui vertici sono già scaduti: Cdp Immobiliare e Fondo Innovazione. Ed entro il prossimo anno, oltre 300 nomine andranno effettuate in una sessantina di società, tra le controllate dirette del ministero dell'Economia e le aziende controllate indirettamente. Fra le altre, Enav, Trenitalia e Rfi. Nelle prossime settimane, tanto per iniziare, bisognerà mettere mano alle nomine dei presidenti e degli organi direttivi delle autorità di vigilanza: Agcom e Privacy, la cui proroga è ormai in scadenza, nonché l'Anticorruzione, dopo le dimissioni di Raffaele Cantone il 23 luglio scorso. L'Autority per la privacy sarà il primo scoglio da superare per il Conte bis: il M5s (Davide Casaleggio) avanza la pretesa di sceglierne i vertici. I dem temono conflitti d'interesse. Altra poltrona chiave è quella dell'amministratore delegato della Nuova Alitalia. Fra i profili selezionati figurerebbero quelli di Alfredo Altavilla, ex numero due di Fiat Chrysler e dell'ex ad di Meridiana ed ex presidente di Enav, Roberto Scaramella. La scelta spetterà all'ad di Fs, Gianfranco Battisti ma i giochi sono ancora tutti aperti. Dal canto loro, le Fs dovranno nominare il presidente.

In ordine cronologico, le autorità di garanzia dovrebbero avere la precedenza su tutto, insieme con la presidenza di Sogei (la società di consulenza informatica del Mef), rimasta vacante dopo la promozione di Biagio Mazzotta a Ragioniere dello Stato, il 21 maggio scorso. Subito dopo bisognerà completare la governance di Inps e Inail per consentire l'insediamento dei Consigli di amministrazione e, dunque, la piena operatività dei due istituti. Ci sono poi da rinnovare i vertici nella galassia Cassa depositi e prestiti, con le nomine in Sace, Ansaldo Energia, Investimenti Sgr, che dovevano andare in porto già a fine agosto. Da più di un anno, invece, è in lista d'attesa l'Aifa (Agenzia del farmaco) retta provvisoriamente dal presidente della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini (Emilia Romagna). Tutte queste nomine andranno decise entro fine anno, per affrontare poi il pacchetto forse più ambito delle grandi partecipate, quotate e non, i cui Cda andranno in scadenza con il bilancio 2019, cioè nell'aprile 2020.

In ballo ci sono Leonardo, Terna e Enav, ma anche Mps, Fs, Trenitalia, la centrale d'acquisti Consip e la concessionaria di servizi assicurativi pubblici Consap.

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