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Processo farsa a Di Maio: assolto dall'80% dei grillini

Confermata la leadership, M5s esulta: «Numeri record» Ma Fico diserta: «Contrario all'uomo solo al comando»

Processo farsa a Di Maio: assolto dall'80% dei grillini

Mentre gli attivisti votavano sulla piattaforma Rousseau per la «conferma» di Luigi Di Maio nel ruolo di capo politico del M5s, i manovratori grillini continuavano a studiare la futura organizzazione del partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.

Una «segreteria politica» composta da «cinque saggi», naturalmente a supporto di Di Maio. E infatti la consultazione con la «base» è stata la solita formalità: Di Maio è stato confermato alla guida del Movimento con l'80% dei voti favorevoli. Nel dettaglio, ha annunciato il Blog delle Stelle: 44.849 sì, 11.278 no. Percentuali bulgare che hanno fatto scrivere ai grillini: «Battuto ogni record. Se libertà è partecipazione, oggi Rousseau è stato uno strumento di grande libertà. Con 56.127 preferenze espresse, la nostra piattaforma online ha fatto registrare il record assoluto». Poi hanno aggiunto: «Quella odierna è stata non solo la votazione con maggior partecipazione dell'intera storia di Rousseau, ma anche quella più partecipata di sempre a livello mondiale in fatto di democrazia digitale».

D'altronde, l'intento di Davide Casaleggio, che ha apposto personalmente il sigillo della sua fiducia al leader azzoppato dalle urne, era chiaro sin dalla formulazione del quesito che i militanti si sono trovati a leggere accedendo alla piattaforma: «Caro/a, confermi Luigi Di Maio come capo politico del Movimento 5 Stelle? Le votazioni sono aperte dalle ore 10 alle ore 20. Buon voto a tutti».

Nonostante la minaccia dell'hacker Rogue_0, autore di una intrusione nel sistema ad agosto 2018, che su Twitter venerdì sera aveva scritto: «Io ti salverò», riferito a Di Maio, le votazioni sono filate più o meno lisce. Gli attivisti hanno segnalato pochi problemi di accesso alla piattaforma. E Di Maio, a pranzo, si è riunito di nuovo con i fedelissimi, i ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, per fare il punto della situazione sul governo e il nuovo assetto territoriale del M5s.

Nella giornata dell'ennesima ratifica su Rousseau sono proseguiti gli strascichi dell'assemblea dei parlamentari di mercoledì sera. Il capo politico, in una nota sul Blog delle Stelle, ha smentito alcuni retroscena sui presunti dissidi tra lui e Alessandro Di Battista: «Proprio oggi, non a caso, leggo falsità ovunque. Falsità che hanno il solo scopo di dividerci. Falsità sul rapporto tra me e Alessandro. Parole che io non ho mai pronunciato». Il riferimento è ad alcuni rumors su uno sfogo privato del vicepremier che avrebbe detto, parlando di Di Battista: «Dov'era lui quando io facevo campagna elettorale? A fare il falegname? Scompare, si fa pregare, poi si presenta così, a due giorni dal voto a fare il predicatore».

Anche Roberto Fico, presidente della Camera, ha affidato a Facebook la sua riflessione post-resa dei conti: «All'inizio del mio intervento, ho subito detto di non essere d'accordo con il lancio della votazione di oggi su Rousseau. E per questo non parteciperò al voto. Sono sempre stato contrario alla politica che si identifica in una sola persona». Quindi ha espresso le sue perplessità sulla riorganizzazione: «Occorre allora domandarsi - ha spiegato - se diventare, anche nelle forme standard, un partito a tutti gli effetti, con le dinamiche e i limiti che abbiamo sempre ritenuto di dover superare; oppure restare ancorati a una bellissima idea di movimento».

Una domanda che sembra retorica, e potrebbe aprire nuovi scenari interni alla polveriera grillina.

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