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La profezia che ispira gli attacchi alle chiese. Maometto prometteva: "Conquisteremo Roma"

Da allora vari predicatori hanno ribadito: "Prenderemo l'Europa con la spada". Anche l'Isis segue quel vecchio copione

La profezia che ispira gli attacchi alle chiese. Maometto prometteva: "Conquisteremo Roma"

L'attacco alle chiese, l'uccisione di preti e fedeli, lo sgozzamento sugli altari non deve né sorprenderci, né stupirci. E non soltanto perché è già iniziato in Medio Oriente, dove da oltre un decennio i cristiani subiscono gli attacchi di Al Qaida, gruppi jihadisti e militanti dello Stato islamico. La guerra ai cristiani e quella conquista di Roma annunciata da Abu Bakr Al Baghdadi lo stesso giorno, il 1 luglio 2014, in cui proclamò il Califfato non sono concetti nuovi. E soprattutto non sono patrimonio esclusivo dello Stato Islamico, ma di una larga fetta dell'Islam. Anche perché il primo ad esprimerli sarebbe stato il Profeta Maometto.

«La città di Eraclio (Costantinopoli) cadrà per prima, quindi Roma». Così avrebbe vaticinato Maometto secondo uno degli hadith, i detti del Profeta, raccolti da Ahmad Ibn Hanbal, il giureconsulto dell'islam vissuto a Baghdad nel nono secolo a cui s'ispirano sia il wahabitismo, la religione di stato saudita, sia i gruppi salafiti. Dopo la caduta di Costantinopoli del 1453 quella profezia diventa fonte d'ispirazione per tutto l'islam affascinato dal sogno della conquista di Roma e del ritorno in Europa. Una profezia che fa il paio con quelle di altri hadith della «collezione» Hanbal. Profezie secondo cui lo scontro tra islam e cristianesimo si risolverà a Dabiq, la località della Siria settentrionale dove le armate cristiane saranno sconfitte, «le croci verranno spezzate» e l'islam si aprirà la strada verso Roma. Una rivelazione estremamente cara all'Isis che non a caso ha chiamato Dabiq la propria rivista on line. Alle profezie di Maometto contenute negli hadith della «collezione» Hanbal s'ispira anche Youssef al Qaradawi, la guida spirituale della Fratellanza Musulmana che vive in Qatar, predica dagli studi di Al Jazeera e lancia sermoni dal pulpito della moschea nel cuore di Doha. «Ciò che resta da fare è conquistare Roma - annuncia già nel '95 citando l'hadit del Profeta durante una conferenza in Ohio riservata ai giovani musulmani americani. Da quella volta Qaradawi ha rilanciato più volte la «profezia» sia su islamonline.net, il sito in cui diffonde le sue fatwe, sia su Al Jazeera.

La differenza rispetto al Califfo sta tutta nei mezzi. La Guida della Fratellanza Musulmana è sempre molto attenta nell'auspicare un'occupazione conseguita non mediante la violenza, ma il proselitismo. «Conquisteremo l'Europa non attraverso la spada ripete - ma attraverso la Da'wa (proselitismo, ndr)». La caduta di Roma e il ritorno dell'islam in Europa avverranno insomma attraverso la diffusione delle moschee, la conversione dei cristiani e, perché no, attraverso i capitali di paesi arabi come il Qatar. Decisamente meno «conciliante» e indolore sembra l'interpretazione dello sceicco saudita Muhammad bin Abd Al-Rahman alArifi, stimato e riverito imam presso l' «Accademia della Difesa Re Fahd», istituzione governativa legata al ministero dell'interno di Riad in cui si formano i vertici delle forze di sicurezza saudite. In un articolo intitolato «Non siate tristi Allah è con noi», l'imam spiega le tappe di una conquista dell'Europa e dello Stato della Chiesa. «Controlleremo lo Stato del Vaticano, controlleremo Roma e v'introdurremo l'Islam. Sì annuncia entusiasta - i cristiani che hanno inciso croci sui petti dei musulmani in Kosovo e prima ancora in Bosnia e in tanti angoli del mondo torneranno umilmente a pagarci la Jiziya (la tassa di protezione obbligatoria per gli infedeli ospiti dei regni musulmani, ndr) oppure si convertiranno all'islam». Parole che starebbero bene in bocca al Califfo. Peccato che a pronunciarle sia un imam di stato dell'Arabia Saudita.

La stessa che ieri ha condannato, a parole, lo sgozzamento di padre Jacques Hamel.

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