«Per un'Europa più giusta». Questo è il leit motiv del programma di Fratelli d'Italia per le elezioni Europee. Il partito della premier Giorgia Meloni, oltre a confermarsi come prima formazione politica, vuole che l'Italia sia sempre più centrale nel contesto Ue. I sondaggi sono univoci: Fdi crescerà. Bisogna capire di quanto, anche in relazione al risultato dell'intero Ecr, il partito dei Conservatori guidato sempre dalla Meloni in Ue. Le priorità tematiche sono tutte nelle prime righe di presentazione del documento. Fdi è «al fianco delle imprese e dei lavoratori, a difesa degli agricoltori e delle eccellenze italiane». Il tutto «per una politica vicina alle famiglie e a sostegno della natalità, contro l'austerità e le eco-follie della sinistra che svuotano le tasche dei cittadini e ci condannano ad una decrescita infelice». Un'inversione netta rispetto all'andazzo dei progressisti alla Frans Timmermans. Sono 15 i punti di «L'Italia cambia l'Europa», il programma, che è un vero e proprio «manifesto» e che è stato presentato ieri. La stessa Ue che per i meloniani dev'essere «dei popoli, delle libertà e delle identità». Al primo posto, il lavoro, con gli investimenti necessari per la formazione. Poi l'agricoltura e gli agricoltori, che per Fdi sono i «custodi dell'ambiente e della sovranità alimentare». E ancora il contrasto alle «eco-follie», come le direttive green o il «blocco alla produzione di auto a motore endotermico del 2035».
La salute, con un fermo «no» al green pass globale. La demografia, istituendo fondi specifici per donne e famiglie in difficoltà, battagliando però sul piano culturale: l'Ue deve considerare la natalità una priorità.
Poi, in ordine, il superamento delle politiche di austerity, lo «stop» alla «concorrenza sleale», la «protezione» dei «confini d'Europa» contro l'immigrazione indiscriminata e l'accoglienza erga omnes, un piano per una «indipendenza energetica» e la «sfida dell'«intelligenza artificiale». Un programma-manifesto ambizioso per un partito che punta a governare i processi europei negli anni venturi.
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