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La propaganda degli scafisti tra yacht, sconti e promozioni

Su Facebook i trafficanti di uomini postano foto di yacht di lusso e lanciano promozioni e improbabili garanzie

La propaganda degli scafisti tra yacht, sconti e promozioni

La prua è quella di una nave da crociera di lusso e sotto la foto, in arabo, si legge: "Viaggio per l’Italia la prossima settimana su un grande traghetto veloce per turisti". Non è la pubblicità di un tour operator, ma il profilo Facebook di uno dei tanti scafisti che, dall’Egitto alla Turchia, speculano sulla disperazione e sulla fame facendo business sulla pelle degli immigrati.

A raccontare i meccanismi, gli inganni e gli aspetti quasi surreali della promozione sul web dei "viaggi della speranza" attraverso il Mediterraneo è oggi il Guardian. Sui social network le insidiose trovate "pubblicitarie" di chi traffica in esseri umani. Ci sono foto (quasi sempre rubate a siti patinati di agenzie turistiche di prestigio), programmi, tariffe e inverosimili garanzie. Gli organizzatori hanno "nomi d’arte" e si fanno contattare via internet. "Immigrazione e asilo in tutta Europa - strilla uno dei profili, gestito a quanto pare da un network turco - aiutiamo le persone". Il network Travel aid assicura, senza troppi giri di parole, di essere in grado di procurare passaporti e visti falsi. "La via per l’Europa" è, invece, lo slogan di un altro che illustra i propri "servizi" strumentalizzando la Bibbia con un’immagine di Mosè mentre apre le acque del Mar Rosso.

Gli scafisti travestiti da agenti di viaggio sbandierano pacchetti e offerte speciali. I prezzi, anche senza contare il rischio della vita, restano comunque esosi: una delle ultime partenze organizzate dalla Turchia costava 1.500 euro a persona per la Grecia (meno cara perché meno richiesta) e 6.500 per l’Italia. Qualche chat è usata anche per aggiornare i parenti sull'andamento dell’odissea di chi è partito. "Tutto bene - rassicura uno dei trafficanti - sono con la Marina italiana". Insomma, tutto è teso a convincere i potenziali clienti che il viaggio è sicuro, se non addirittura confortevole. Mentre latitano informazioni sui naufragi, sulle deviazioni di viaggio per raccogliere altri immigrati, sui guasti ai motori o sulle fughe dalla Guardia Costiera. A chi denuncia i morti in mare, gli scafisti assicurano: "Il mare è calmo e a bordo sono tutti in buona salute".

Fra i Caronte più "popolari" del web c’è un egiziano che si fa chiamare Abu Alaa, il padre di Alaa. Lui non spaccia foto di navi eleganti o di yacht da sceicchi. Sul suo profilo, caso quasi unico fra i mercanti di uomini, ha postato una vecchia imbarcazione piuttosto inquietante. Ma Abu Alaa scommette sulla psicologia evitando di ricorrere a trucchi troppo difficili da credere. "Magari non è graziosa - ammicca riferendosi alla carretta - ma è perfetta. Tutte le sue parti sono in ferro. Molto sicura". Nasr, un siriano di base in Turchia, non ha invece remore. Racconta di mirabolanti "promozioni", di "alberghi prenotati" sulla costa turca in attesa delle partenze di "persone che si divertono durante il viaggio per l’Italia". E mostra il ponte di un bastimento da sogno con file di viaggiatori che ammirano beatamente un tramonto marino dallesedie a sdraio. C’è chi non ci crede, naturalmente. Il tam tam di amici e parenti che ci hanno provato racconta ben altro.

"Ma è vero che molte barche affondano? - scrive nella chat di Abu Alaa una donna esasperata - Qualcuno ci dica la verità".

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