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"Proporzionale? Sì grazie, ma...". Tutti i dubbi dei piccoli partiti

L'imminente ritorno del proporzionale potrebbe danneggiare anche i piccoli partiti, se venisse confermata la soglia di sbarramento al 5%. E così iniziano già i distinguo...

"Proporzionale? Sì grazie, ma...". Tutti i dubbi dei piccoli partiti

Chiusa la partita del Quirinale, torna la voglia matta di proporzionale. A distanza di trent'anni dal 'Mattarellum' e dopo svariate modifiche, il maggioritario sembra destinanto a scomparire proprio sotto la (seconda) presidenza di chi lo ha introdotto in Italia.

Il Pd di Enrico Letta, uomo da sempre favorevole al bipolarismo, sembra aver aperto all'ipotesi di un ritorno al sistema proporzionale a cui ambisce da tempo il M5S. L'ex segretario Nicola Zingaretti ha ricordato: "Nel dicembre 2019 all'unanimità la direzione del Pd votò un mandato ai gruppi parlamentari per costruire insieme all'alleanza una legge di stampo proporzionale con forte correttivo che poi portò a gennaio 2020 credo con primo firmatario l'onorevole Brescia a depositare un testo in questo senso". E il testo presentato dal grillino Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari Costituzionali alla Camera, contiene, appunto, una soglia di sbarramento del 5%. Ma, siamo proprio sicuri che esattamente ciò che desiderano le forze politiche più piccole fan del proporzionale?

Il renziano Ettore Rosato, padre dell'attuale legge elettorale, sentito telefonicamente da ilGiornale.it, chiarisce subito: "I grillini hanno bocciato il sistema proporzionale con sbarramento al 5% l’8 giugno 2017 con un voto in Aula, dopo aver sottoscritto un patto. Del resto si può discutere di legge elettorale, ma per noi solo senza rompere la maggioranza di governo". "Credo che il parlamento debba mettere rapidamente mano a questo orientamento, il Rosatellum è stata la peggiore legge elettorale di sempre. Non ha garantito nè rappresentanza nè governabilità", ci dice, invece, l'ex deputato Arturo Scotto, coordinatore di Articolo 1 che assicura: "Il proporzionale è una risposta alla crisi della politica, al trasformismo di questi anni, all’idea che i partiti devono essere solo comitati elettorali. La politica deve rifondarsi attorno a identità forti, altrimenti crescerà un sentimento anti parlamentare". Nessuna paura, dunque, di restare tagliati fuori con la prossima tornata elettorale: "Non teniamo nulla perché – spiega Scotto - il nostro progetto è una grande sinistra. In ogni caso bisogna lavorare per aggregazioni più larghe, inclusive e omogenee sul piano culturale".

L'ex grillino Francesco Forciniti, oggi militante di Alternativa C'è, non ha dubbi: "Per noi è prioritario restituire centralità al Parlamento, e un sistema proporzionale va senz'altro in questa direzione, ma ciò che è davvero importante, è la reintroduzione del voto di preferenza, per ristabilire un legame reale fra cittadini e rappresentanti, e avere parlamentari più autorevoli". E, se da un lato "è giusto che ci sia una soglia di sbarramento per disincentivare un'eccessiva frammentazione", dall'altro lato "il 5% è una soglia troppo alta e rischierebbe di lasciare senza rappresentanza milioni di italiani". Secondo Forniciti "una soluzione intorno al 3% sarebbe senz'altro più ragionevole ed equilibrata". Chi, invece, è sempre stato favorevole a un sistema maggioritario sono i radicali, ma Riccardo Magi, presidente di +Europa, apre alla modifica della legge elettorale: "Oggi abbiamo una legge come il Rosatellum che è falsamente maggioritaria e che, come questa legislatura dimostra, ha prodotto effetti tipici da legge proporzionale. A noi – dice - non ci spaventa il 5%, ma siamo poco illusi che il cambiamento avvenga solo con la legge elettorale". Ecco, dunque, che un ragionamento sul sistema tedesco è possibile perché "è un sistema proporzionale basato su collegi uninomali e, quindi, che le liste non vengono decise dai capi dei partiti, a differenza del Brescellum che prevede ancora le liste bloccate", spiega Magi, membro anche della commissione Affari Costituzionali della Camera. Insomma, è facile dire "proporzionale". A parole, sono tutti favorevoli, ad eccezione del centrodestra dove però iniziano a esserci i primi distingui.

Nei fatti, sarà molto difficile trovare la cosiddetta "quadratura del cerchio".

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