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La "prospettiva" del Pd: allungare la legislatura con un finto programma

Zingaretti strizza l'occhio ai grillini e pensa di ripristinare la patrimoniale e l'articolo 18

La "prospettiva" del Pd: allungare la legislatura con un finto programma

Dal conclave del Pd arriva il via libera al lodo Franceschini: poltrone salve (si spera fino al 2023). Il segretario dei dem Nicola Zingaretti, dall'abbazia di Contigliano (Rieti), sposa la linea del ministro della Cultura Dario Franceschini. E per tenere in vita il governo del ribaltone, il leader del Pd si attribuisce una missione salvifica: «Questo governo ha salvato l'Italia da una catastrofe economica, sociale e culturale». È tutto un gioco di parole, con un solo obiettivo: durare fino al 2023. E anche la parola «prospettiva», più volte pronunciata da Zingaretti, serve solo a camuffare la missione finale della svolta di Contigliano: non mollare le poltrone.

Franceschini incassa la vittoria e ringrazia: «Conclusioni molto forti e chiare che confermano che il Pd è il pilastro portante di questo governo e che le scelte di farlo nascere e di sostenerlo stanno dentro una prospettiva politica», commenta il titolare della Cultura. Lo strumento per centrare l'obiettivo è un'alleanza politica con i Cinque stelle: proposta che però non riscuote un consenso unanime. Matteo Renzi, leader di Italia Viva boccia subito l'idea: «Se Pd e M5s andranno insieme per sempre, se vogliono contrarre un matrimonio per l'eternità, si capirà perché noi abbiamo fatto Italia Viva. Se Franceschini e Toninelli vogliono essere fidanzati per l'eternità auguri e fiori d'arancio. Ora è giusto salvare l'economia ma poi non andiamo insieme a M5s». I malumori sono forti anche nel Pd. Da Andrea Orlando al sindaco di Bergamo Giorgio Gori: il matrimonio giallorosso non convince. Un no secco arriva dal capogruppo del Pd in Senato Andrea Marcucci: «Quanto alle alleanze, io sono contrario a fidanzamenti con Toninelli». Ma Zingaretti non arretra di un millimetro. Anzi, rilancia con un piano strategico per l'Italia.

Tre paginette in cui è contenuta la svolta a sinistra del governo Conte: reintroduzione dell'articolo 18 (camuffato come nuovo statuto dei lavoratori), aumento delle tasse per i redditi alti (patrimoniale) e un grande fratello per imprenditori e commercianti. «Cinque obiettivi politici - spiega Zingaretti -con misure concrete da adottare: rivoluzione verde per tornare a crescere, Italia semplice per sburocratizzare a favore di imprese e cittadini, Equity Act per parità salariale uomo-donna ed equilibrio nord-sud, aumento della spesa per l'educazione, piano per la salute e l'assistenza. Il segretario respinge le accuse (di Matteo Orfini) di subalternità: «La peggiore subalternità che si possa avere è mutuare in noi giudizi che vengono dai nostri avversari».

Il cuore dell'intervento è l'intesa con i Cinque stelle: unica strada per mandare avanti la legislatura fino al 2023. Zingaretti parla di «scatto in avanti» e lancia una sfida agli alleati: «Ai nostri alleati diciamo servono alleati tra di noi e non avversari, non perché abbiamo paura ma perché c'è un'agenda da costruire senza fare sgambetti».

Mette sul piatto la resa del Pd sul reddito di cittadinanza: «È un ottimo strumento di lotta alla povertà». Lo scoglio vero sarà convincere i grillini: Di Maio ha già fatto sapere di non essere interessato a un'alleanza organica con il Pd. Ma i dem confidano nella moral suasion del premier Giuseppe Conte.

La fase due battezzata da Zingaretti a Contigliano non si discosta molto dalla prima: evitare il voto per blindare le poltrone.

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