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La prova: così Deutsche Bank ha affossato Berlusconi e l'Italia

La procura di Trani accusa gli ex vertici: l'istituto manipolò il mercato e ci danneggiò. Poi lo spread impazzì e cadde il governo. La replica: "Corretti"

La prova: così Deutsche Bank ha affossato Berlusconi e l'Italia

Roma - La notizia della Deutsche Bank indagata dalla Procura di Trani per manipolazione del mercato in relazione alla massiccia vendita di titoli di Stato italiani nel 2011, fa tornare alla mente quanto accadde in quell'annus horribilis in cui in un'Italia quasi sull'orlo del default, con lo spread impazzito, venne fatto fuori il governo Berlusconi e subito sostituito con l'esecutivo tecnico di Monti. «Avevamo ragione noi, fu complotto», twitta a tempo di record Renato Brunetta, che ora chiede una commissione d'inchiesta sui fatti che hanno portato alla caduta del Cavaliere. Ora che c'è un magistrato a sostenere la stessa tesi portata avanti dai protagonisti di quel momento infausto per l'Italia, l'ipotesi del golpe non sembra poi così lontana.

Si chiama Michele Ruggiero il pm che accusa la banca tedesca di aver alterato con il suo comportamento il valore dei Btp italiani e che ha inviato la Finanza di Bari a sequestrare atti e mail negli uffici milanesi dell'istituto di credito. È Trani ad indagare perché fu proprio Ruggiero il primo ad iscrivere nel fascicolo la notizia di reato commessa da stranieri residenti all'estero. A breve il magistrato ascolterà come testimoni Romano Prodi e Giulio Tremonti. Gli indagati sono cinque: l'ex presidente di Deutsche Bank di Francoforte, due ex amministratori delegati, l'ex capo dell'ufficio rischi e l'ex direttore finanziario. Sono accusati di aver comunicato ai mercati la sostenibilità del debito sovrano dell'Italia mentre nascondevano anche al nostro ministero dell'Economia la reale intenzione della banca di ridurre drasticamente e a breve il possesso di titoli del debito italiano in portafoglio, che alla fine del 2010 ammontava a 8 miliardi di euro. Vendendo entro giugno del 2011 oltre 7 miliardi dei nostri titoli, la banca ne avrebbe alterato il valore. Secondo la Procura la volontà della Deutsche di alleggerirsi dei titoli risulta dalla vendita fatta over the counter, senza cioè che fosse divulgata ai mercati e poi giustificata «falsamente» a posteriori con la necessità di ridurre la sovraesposizione del gruppo al rischio Italia, a seguito dell'acquisizione di Postebank di fine 2010. Nello stesso periodo la banca acquistò circa 1,4 miliardi di credit default swap di copertura sull'esposizione al rischio. Acquisti di cui né i mercati né il Mef furono informati. Per il pm, dunque, la Deutsche autorizzando la vendita dei titoli di stato italiani, acquistando contestualmente Cds e comunicando allo stesso tempo ai mercati finanziari la sostenibilità del nostro debito pubblico, ha compiuto condotte manipolative del mercato di tipo informativo-operativo. Quando nella pubblicazione periodica del giugno 2011 gli operatori finanziari vennero a sapere della riduzione dell'esposizione della banca al rischio Italia, la interpretarono come un «chiaro segnale di sfiducia del gruppo nei confronti della tenuta del debito sovrano italiano».

Il resto è la storia di uno spread che in quel periodo è schizzato fino a picchi mai raggiunti e di un Paese per mesi sull'orlo del baratro. Il presidente dei deputati di Fi, Brunetta, vuole ora che sia il Parlamento ad indagare su quella che ritiene una «congiura politica di potenze estere con il consenso e la regia del Quirinale, con Napolitano presidente». E vorrebbe che il governo si costituisse parte civile al processo. Anche Maurizio Gasparri chiede una commissione d'inchiesta. «Nell'autunno 2011 il complotto contro Berlusconi ci fu eccome», dice il senatore di Fi.

La Deutsche Bank, invece, respinge le accuse: «Riteniamo l'indagine priva di fondamento e siamo fiduciosi di aver agito correttamente».

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