Politica

Psicosi collettiva per la mail ricattatoria

«Paga altrimenti riveliamo che frequenti siti porno», ma è solo una truffa

Roma È capitato a molti, a tanti, di trovare nella posta elettronica un messaggio a dir poco inquietante. A inviarlo è un hacker, un pirata informatico, che informa di essere riuscito a penetrare dentro il sistema di dati personali del malcapitato destinatario. E la riprova è appunto che il mittente della lettera è lo stesso destinatario. «Come vedi è dal tuo account che ti scrivo, quindi vuol dire che sono riuscito a prendere tutto ciò che mi serve: password e dati personali importanti». Il messaggio ovviamente prosegue nella forma del ricatto alludendo a «imbarazzanti frequentazioni» del malcapitato destinatario. Avrebbe visitato siti pornografici e comunque del materiale imbarazzante a lui riconducibile è ora a disposizione del ricattatore. Quindi il messaggio si conclude con la più scontata delle minacce. Soldi in cambio di silenzio. E, per non essere rintracciabili, la valuta deve essere anch'essa incorporea come le e-mail: i famosi bitcoin da versare su un conto corrente. Imprenditori, politici, professionisti di fama, si sono sentiti con l'acqua alla gola (almeno coloro che tra quelli evidentemente avevano nel loro computer del materiale che potrebbe essere imbarazzante fosse rivelato). E si sono quindi moltiplicate in maniera esponenziale negli ultimi giorni le denunce alla Polizia postale che tiene a precisare che allo stato attuale non risulta alcuna compromissione degli account o dei computer interessati dalla truffa, segno che si tratta di un fenomeno rivolto solo a far sì che le vittime effettuino pagamenti. Gli esperti della Polizia postale gettano acqua sul fuoco: si tratta soltanto di una mail cui non va data importanza. Non c'è bisogno, insomma, di andare nel panico. Però le rassicurazioni non possono bastare se fatte a ogni singola persona che si rivolge gli uffici della Polizia postale. Ecco quindi la necessità di raggiungere tutti con un messaggio efficace. Ecco il comunicato riportato da agenzie di stampa e giornali on line. Non c'è da aver paura, né tanto meno da sottostare ad alcun ricatto. Di sicuro, però, non va sottovalutato l'aumento dell'attività di «phishing», cioè l'invio da parte di hacker di comunicazioni fraudolente mirate a sottrarre dati sensibili o denaro. Avviene nella maggior parte dei casi tramite l'invio di messaggi di posta elettronica o sms che simulano comunicazioni da parte di enti e istituti bancari noti all'utente per invitarlo ad aprire un collegamento che riporta a siti trappola o ad aprire un allegato contenente un malware, cioè un virus digitale capace di mandare in tilt il computer.

I consigli sono essenzialmente due: controllare bene i mittenti dei messaggi di posta elettronica ed evitare di scaricare gli allegati eventualmente presenti nella mail.

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