Cronache

Psicosi farmaci, il ministero "Basta con gli allarmismi"

L'Ema: «Fate altri test». Ma scoppia un altro caso: «Le nuove medicine anti cancro non valgono prezzi extra»

Psicosi farmaci, il ministero "Basta con gli allarmismi"

Mentre i pazienti prendono d'assalto studi medici e farmacie, spaventati dall'allarme sostanze cancerogene nei prodotti a base di ranitidina, le case farmaceutiche cercano di fare chiarezza. Per prima la Sanofi, che dal 2017 produce il Buscopan antiacido, uno dei farmaci più noti per chi ha problemi di stomaco. «Il divieto di utilizzo predisposto dall'Aifa - comunica l'azienda - è a scopo precauzionale ed è da considerarsi temporaneo, in attesa di ulteriori analisi di qualità. Specifichiamo che i lotti di Buscopan antiacido (ndr, e non del Buscopan antispastico, che non contiene affatto ranitidina) non sono interessati da un ritiro dal mercato, ma da un divieto di utilizzo da parte del consumatore in attesa di ulteriori verifiche».

In Borsa l'azione della società francese perde l'1,44%. In lieve calo anche GlaxoSmithKline, produttore del farmaco gastroprotettore Zantac, che ha deciso di sospenderne la produzione e la vendita in India e a Hong Kong, dopo che le autorità sanitarie hanno accertato che la ranitidina sospetta era prodotta dalla ditta indiana Saraca Laboratories.

«Non bisogna creare allarmismi, i cittadini possono stare tranquilli» dichiara il viceministro della Salute Sileri. E anche il presidente di Roche Italia, Maurizio de Cicco, placa il panico alimentato sui social: «I controlli nella filiera del farmaco si fanno sempre prima dell'immissione in commercio. Quelli richiesti da Ema (Agenzia europea dei medicinali) per escludere la presenza delle nitrosammine si faranno, ma si tratta di una misura estremamente precauzionale».

Nel frattempo scoppia un altro caso nel mondo dei farmaci. Stavolta riguarda i prodotti oncologici. La sveglia arriva da Barcellona, dove è in corso il congresso della Società europea per l'oncologia medica. «Molti nuovi anti-cancro hanno poco valore aggiunto per i pazienti rispetto ai trattamenti standard e raramente valgono il costo extra» affermano gli autori di due studi che hanno esaminato beneficio clinico e prezzi dei prodotti oncologici in Europa e in Usa. «La maggior parte dei nuovi farmaci antitumorali ha un basso valore aggiunto, quindi medici e pazienti non dovrebbero supporre che, solo perché un farmaco è nuovo, sarà meglio», ha detto Marc Rodwin della Suffolk University di Boston, co-autore di uno dei due studi.

A correggere il tiro sulla polemica che un'affermazione del genere può scatenare (altro che ranitidina), è Giordano Beretta, presidente dell'associazione italiana di oncologia medica: «Certi risultati vanno presi con cautela. Abbiamo medicinali che hanno cambiato la storia di una malattia, altri che hanno portato benefici limitati. Ma attenzione: non perché sono dannosi o inutili. Forse sono simili a qualche altra molecola, ma se gli effetti collaterali sono ridotti si tratta comunque di un vantaggio».

Vero è, ammette Beretta, che gli enti regolatori devono stare attenti «a registrare i medicinali sulla base di esiti seri».

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