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Pa, il governo smantella riforma della Bongiorno "No a impronte digitali"

Lo ha dichiarato il ministro della Funzione pubblica Fabiana Dadone che ha dichiarato come la misura crea un pregiudizio negativo verso i dipendenti, anche quelli onesti

Pa, il governo smantella riforma della Bongiorno "No a impronte digitali"

Un “no” secco alle rilevazione delle impronte digitali dei dipendenti pubblici per individuare i cosiddetti “furbetti del cartellino”, che creano un danno alla pubblica amministrazione e causano disagi ai cittadini. La misura, fortemente voluta dall' ex ministro leghista Giulia Bongiorno, non è apprezzata da Fabiana Dadone, nuova numero uno della Funzione pubblica.

Quest’ultima, infatti, considera questo strumento un errore perché conferisce alla tecnologia “un uso criminalizzante” che provoca un pregiudizio negativo verso i dipendenti pubblici.

Punire gli abusi con la tecnologica si può fare ma con attenzione. “La rilevazione delle impronte contiene in sé uno stigma di tale negatività che rischia di deprimere anche chi ogni mattina si reca sul posto di lavoro con energia ed entusiasmo”.

Questa, però, non l’unica novità annunciata dal ministro una intervista rilasciata ad Italia Oggi. La Dadone ha affermato che il governo sta valutando, annualità per annualità, la proroga della validità delle graduatorie più risalenti nel tempo che sarebbero andate in scadenza il prossimo 30 settembre.

I tecnici sono al lavoro per rinviare da sei mesi a un anno quelle antecedenti al 2014 in modo da allinearne la validità a quelle del 2015 e 2016, in scadenza rispettivamente al 31 marzo e 30 settembre 2020. Una soluzione che consente di riconoscere “le prerogative degli idonei” e, allo stesso tempo, consente di tornare “a un ritmo fisiologico di concorsi e a una durata ragionevole delle graduatorie”.

Così facendo si punta a dare “spazio ai tanti giovani che vogliono entrare nel settore pubblico e che potranno così svecchiarlo". A breve, inoltre, sarà istituito un tavolo con il ministro del lavoro Nunzia Catalfo per discutere dei concorsi per la stabilizzazione dei Lavoratori socialmente utili.

Il ministro sottolinea l’importanza di “accelerare l'opera di modernizzazione e digitalizzazione della p.a.”. Uno strumento utile perchè offre la grande possibilità di passare dalla “logica della sfiducia prevenuta a quella della fiducia avveduta nei confronti del pubblico impiego, dalla filosofia dell' adempimento a quella del risultato”. Con conseguenti benefici per i cittadini.

Altro tema affrontato è quello delle assunzioni in settori vevralgici. La Dadone dichiara che il governo punta a rafforzare gli organici della pubblica amministrazione, soprattutto in alcuni comparti. “Dopo troppi anni di blocco del turnover l' impegno si è già visto nella scorsa Manovra e noi puntiamo a implementarlo”. A ciò si deve affiancare una “formazione continua per valorizzare le competenze e spingere in alto la produttività della p.a.”.

Preoccupazioni sono in vista della prossima Manovra per trovare risorse per i rinnovi contrattuali. Secondo alcuni calcoli potrebbero servire più dei 4,3 miliardi in tre anni stanziati nel bilancio dello stato. Il ministro, però, rassicura affermando che l’esecutivo farà di tutto per trovare i fondi ma “è chiaro che la cifra uscirà dal confronto con il ministero dell' economia".

La Dadone, allo stesso tempo, rassicura anche i sindaci preoccupati per le ricadute sui bilanci degli aumenti contrattuali affermando che sarà meso in campo un grande impegno per aiutarli.“Su questo è già avviata l'interlocuzione col Mef” tanto che è stato ipotizzato di dare al “Gruppo concretezza” il compito di “affiancare soprattutto i piccoli comuni a svolgere al meglio le loro incombenze”.

Inoltre, è in corso un monitoraggio delle uscite nella pubblica amministrazione dovute a “Quota 100”, così da evitare possibili buchi negli organici delle amministrazioni. Nel caso, è necessario "consentire alle città di attingere dalle graduatorie in essere, se possono, o di bandire rapidamente”.

Sempre restando sul contratto degli enti locali, Il ministro afferma che il tavolo per disciplinare il lavoro giornalistico nelle Regioni e negli enti locali non è sttao ancora fissato perché sul tema“regna molta incertezza dopo che la Consulta ha per due volte bocciato le leggi regionali che applicavano ai giornalisti il contratto negoziato da Fieg e Fnsi invece che quello siglato dall'Aran”.

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