Politica

«Punito perché ha ripudiato i valori occidentali»

Il sultano è azzoppato. Per la prima volta da 13 anni il partito del presidente Recep Tayyp Erdogan perde la maggioranza assoluta e arretra di quasi dieci punti rispetto alle politiche del 2011. «È una grande vittoria per l'Europa e per gli Stati Uniti», commenta il professor Edward Luttwak, consulente del National Security Council e del Dipartimento di Stato americano.

Erdogan ha raccolto il 40% dei consensi ma non ha la maggioranza assoluta.

«Ha trasformato il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp) in un movimento islamista sunnita. Il risultato per lui è un game over . Infischiandosene delle regole, il presidente si è esposto in prima persona girando il Paese in lungo e in largo e brandendo il Corano a ogni comizio. Negli ultimi anni Erdogan ha sferrato un attacco quotidiano ai valori occidentali di libertà e democrazia. Non sono mancate le provocazioni come il progetto di trasformazione della cattedrale di Santa Sofia nella “Moschea dei Sultani”. Erdogan ha già modificato la Costituzione ed è intervenuto a gamba tesa sulla giustizia sebbene la Corte Costituzionale abbia poi annullato parte di quegli interventi. Avrebbe voluto emendare di nuovo la Costituzione per passare a un regime presidenziale. Ma da oggi è un presidente non esecutivo, senza alcun potere».

Il premier Ahmet Davutoglu ha ribadito che l'Akp è “la spina dorsale della Turchia”».

«Lui è il tuttofare di Erdogan, farà quel che deciderà il presidente. Entrambi vestono Armani ma in pubblico mostrano le mogli con il turban in testa».

L'Akp riuscirà a formare un governo di coalizione?

«L'Akp deve tornare a essere un partito conservatore più che islamista. Servono figure moderate come il vicepremier Bulent Arinc che più volte in passato ha manifestato il proprio dissenso rispetto alla guida Erdogan. Per esempio, ha preso le distanze dal blocco di Twitter voluto dal presidente. L'Akp dovrebbe intavolare un dialogo con il Partito popolare repubblicano (Chp), la seconda forza politica del Paese. Il Chp incarna lo spirito della secolarizzazione kemalista. I suoi membri sono musulmani moderati che non praticano il Ramadan».

La Turchia di Erdogan si è allontanata dall'Europa giocando un ruolo assai ambiguo rispetto al terrorismo islamico.

«Oggi il Paese non ha rapporti con la Siria di Assad, ha pessimi rapporti con la Bulgaria e con la Grecia, strizza l'occhio all'autoproclamato Stato Islamico. Se i repubblicani del Chp entrassero nel governo, la Turchia si riavvicinerebbe all'Occidente e chiuderebbe con l'Isis e con la Fratellanza musulmana tornando a dialogare con Egitto e Israele».

Erdogan ha chiesto l'ergastolo per Can Dundar, il direttore del giornale «Cumhuriyet» reo di aver pubblicato le immagini di armi destinate a gruppi armati islamici in Siria a bordo di camion scortati dai servizi segreti del Mit.

«Erdogan ha usato l'intelligence turca per armare gli islamisti. Quanto alla stampa, lo stesso atteggiamento intimidatorio si è manifestato verso il New York Times , la Cnn , la Bbc , accusate di complottare per indebolire la Turchia. Forse Erdogan sognava di trasferire il suo gabinetto nello sfarzoso e gigantesco palazzo che si è fatto costruire ad Ankara con i soldi dei contribuenti. Ma non aveva fatto i conti con i turchi».

La novità di queste elezioni si chiama Selahattin Demirtas, l'avvocato 42enne, che per la prima volta porta il partito curdo Hdp sopra la soglia di sbarramento del 10%.

«Demirtas ha pescato nell'elettorato non curdo rappresentando i diritti di minoranze, donne, gay, giovani di Gezi Park. Tuttavia, l'accostamento a Obama o a Tsipras è privo di fondamento. Non potrà avere alcun ruolo di governo perché l'Hdp opera in un ambiente presidiato dal Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). Per gli Usa e per l'Unione europea il Pkk è un'organizzazione terroristica, e il suo leader Ocalan è un assassino rinchiuso da quindici anni nell'isola carcere di Imrali da dove continua a mandare messaggi all'esterno. Demirtas è il volto presentabile di questo mondo. I dirigenti dell'Hdp devono obbedire al Pkk se non vogliono prendersi una pallottola in testa».

Nel sud est dell'Anatolia i curdi hanno festeggiato sventolando le bandiere con i colori verde, rosso e giallo. I colori del Pkk fuorilegge.

«Fino a qualche anno fa era vietato parlare curdo per le strade turche. L'Hdp si batte legittimamente per una maggiore autonomia. Ciò non toglie che il partito sia legato a doppio filo a un gruppo guerrigliero, il Pkk».

Il Meclis, la Grande assemblea turca, raggiunge il record di presenza femminile: 96 deputate, 19 in più del Parlamento uscente.

«Cosa più importante, le donne elette con curdi, laici e nazionalisti mostreranno i capelli senza veli ingombranti.

È un messaggio importante per l'intero mondo arabo».

Commenti