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Quel punto esclamativo che cancella la scrittura

Contro l'abuso di "faccine" sui social e cellulari il ministero dell'Istruzione inglese vara il vademecun salva-grammatica

Quel punto esclamativo che cancella la scrittura

Chi è rimasto fermo al vecchio «niente sesso, siamo inglesi», dovrà aggiornarsi. Nella frontiera dell'«astensionismo» british spunta infatti un nuovo punto di riferimento: il punto esclamativo, ap(punto). Stop with exclamation mark! Tradotto: «Basta col punto esclamativo!» (con tanto di «!» alla fine della frase, ovviamente); magari in ossequio al proverbiale sense of humor dei sudditi di Elisabetta. A mettere la gaffe nero su bianco è stato il ministro dell'Istruzione di Sua Maestà che in una «circolare ministeriale» (espressione - questa - tutta burocraticamente made in Italy, e guai a chi ce la tocca) si è fatto promotore in tutte le scuole del Regno Unito del seguente slogan: «Niente punti esclamativi, siamo inglesi!». Il messaggio può apparire contraddittorio, ma è proprio in ciò che si nasconde il «bello» dell'iniziativa indirizzata agli studenti inglesi di ogni ordine e grado, «rei» di usare la punteggiatura ormai solo per fare le faccine nei post e negli sms. Insomma, nei college l'«uso distorto» dei segni di interpunzione viene considerata un'emergenza didattico-linguistica che necessita interventi drastici. Come quello, ad esempio, di un utilizzo «più coscienzioso» del punto esclamativo che verrebbe adoperato dai giovani con una frequenza inversamente proporzionale alla sua correttezza sintattica. Come dire: una raffica di !!!! e, per di più, adoperati a sproposito. Ma il collega britannico della nostra ministra Giannini (anonimo in Inghilterra, almeno quanto la Giannini in Italia) ha varato ora una sorta di vademecum che affronta di petto l'emergenza. Lo assicura in prima pagina il Sunday Times, con sollievo generale da parte dell'intera nazione. Anche se - va detto - la crociata anti-! non ha mancato di suscitare perplessità fra i studenti, genitori e gli stessi professori. Ma gli ispettori del Regno non hanno dubbi: «I piccoli, soprattutto alle elementari, abusano del punto esclamativo. Bisogna intervenire al più presto». Bazzecole rispetto a certi vezzi della lingua italiana che - rinsecchiti come ex fiori «petalosi» - sopravvivono al grido di «assolutamente sì» e «assolutamente no»: due formule di cui «assolutamente» vergognarci. Ma torniamo all'operazione anti-punto esclamativo: un segno arrogantello che i linguisti inglesi considerano «retaggio dello slang da smartphone e social media», notoriamente oltraggioso per la grammatica, oltre che per il buon gusto. E forse anche a quell'understatement, quel tono attenuato, che pare si addica all'educazione britannica. Sia come sia, la raccomandazione invita a fissare regole ferree in materia. «Le esclamazioni possono essere accettate solo nelle frasi che comincino con how o con what - sentenziano i burosauri ministeria - ripescando dal galateo old fashion delle buone maniere espressioni quali What a lovely day! o How exciting!». In tutti gli altri casi, matita rossa e blu. E sotto accusa finiscono persino alcuni testi scolastici, ritenuti troppo «indulgentì verso l'interiezione. Tuttavia fra insegnanti e accademici c'è chi non ci sta: Roba da parrucconi». «Si tratta di istruzioni confuse e imprecise - sbotta John Sutherland, docente emerito di letteratura inglese all'University College London e autore del saggio How Good Is Your Grammar -. Abbiate pazienza, io credo che queste linee guida siano ridicole! (notare il punto esclamativo, ndr). Tutto dipende dal contesto del discorso! (e ridagli con l'eslamativo, ndr).

Così è un non senso al più alto grado, non sono sorpreso che gli insegnanti si lamentino di questa roba». Tiè!

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