Cronache

Quando in azienda il capo arriva in slitta: alla Biancalani bonus natalizio di 3mila euro

La ditta pratese del meccanotessile: «Gli affari volano, merito dei dipendenti»

Quando in azienda il capo arriva in slitta: alla Biancalani bonus natalizio di 3mila euro

Addio Direttore Grand. Uff. Lup. Mann. Qualche volta il capo è Bab. Nat. Non si limita allo spumante nemmeno metodo classico e al panettone industriale sulla scrivania ma se le cose vanno bene regala soldi ai dipendenti. Perché la fortuna ha questo di bello, che va condivisa. Altrimenti prima o poi va di traverso.

Dickensiana ma manco troppo la storia natalizia che arriva da Prato, dove l'azienda Biancalani, che opera con buon successo nel settore meccanotessile, ha fatto trovare nella busta paga dei dipendenti, oltre alla tredicesima, un bonus aziendale di quasi tremila euro. Cifra non confermata dall'azienda, ma che emerge da pissi pissi dei dipendenti, felici come una Pasqua (ma a Natale). Il regalo si spiega con il sessantesimo compleanno di questa azienda familiare nata nel 1957 per intuizione del patriarca Fiorenzo Biancalani, condotta ora dai figli Rossano, Rossana e Massimo e riemersa più forte dalla crisi iniziata circa un decennio fa: oggi fioccano gli ordini da tutto il mondo, e nell'anno che si sta per concludere la produzione è cresciuta del 5,5 per cento rispetto al 2016 e l'export del 4,3. Per il cda dell'azienda il merito di questo boom è anche dell'entusiasmo dei lavoratori; e i complimenti servono, ma ancora di più serve una gratifica sostanziosa. E vissero tutti felici e meccanotessili.

Non c'è niente da fare: storie di questo genere colpiscono sempre, forse perché la nostra esperienza privata, la letteratura e il cinema per lo più raccontano quello tra «padroni» e maestranze come un rapporto fatto di prepotenze e vessazioni da una parte e di noncuranza e odio dall'altra. Eppure nell'imprenditoria contemporanea si è capito quello sulla motivazione del dipendente è un investimento prezioso. Lo sa bene un colosso dell'abbigliamento «fair trade» come Patagonia, che da anni coccola i dipendenti e i terzisti con gratifiche record, asili aziendali e altri tra bonus e benefit. O, restando in Italia, la Luxottica di Leonardo Delvecchio che con il contratto integrativo siglato con i sindacati circa un anno e mezzo fa ha istituito un premio produzione annuo di 2400 euro con ulteriori 500 euro per i dipendenti che nell'anno non hanno fatto assenze.

Ma qui parliamo di multinazionali con fatturati a dieci zero. Le storie che toccano il cuore, invece, sono quelle di aziende di famiglie che mettono il cuore davanti al commercialista. Sempre nel Pratese la Aliseo Velluti di Avigliana un paio di anni fa regalò per Natale un assegno di mille euro a ogni dipendente per condividere i buoni risultati dell'azienda. Qualche volta il dono non incide sul conto corrente ma sulla felicità: come possono testimoniare i quindici dipendenti del Trapuntificio Giglioli di Empoli, portati qualche mese fa dai titolari a Londra per festeggiare i quarant'anni di attività. E i fratelli Bruccoleri, titolari della Labor Pro sempre di Empoli (ma i Babbi Natali aziendali sono tutti in Toscana, ohibò?) hanno festeggiato il mezzo secolo della loro azienda che fa prodotti di bellezza portando tutti in un resort in Sardegna. E sì, poi la Ferrari come ogni anno ha donato ai dipendenti 5mila euro.

Una Testarossa al posto di una slitta con le renne. Facile, no?

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