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Quando il Cavaliere ottenne più flessibilità dall'Ue

Nel 2005 da premier strappò la modifica dei trattati nonostante il "no" di Prodi

Quando il Cavaliere ottenne più flessibilità dall'Ue

Roma - Finora solo i governi presieduti da Silvio Berlusconi sono riusciti modificare i trattati europei, seguendo però una procedura completamente diversa da quella imbastita da Matteo Renzi. In modo particolare, nel 2005 venne modificato il Patto di Stabilità, introducendo maggiore flessibilità.È l'autunno del 2004 e di fronte alla crisi del momento (in parte innescata dall'alto cambio dell'euro e dalla rigidità dei vincoli europei di bilancio), Silvio Berlusconi prende carta e penna e scrive ai leader europei. Nella lettera chiede un adeguamento del rispetto del Patto di Stabilità all'andamento della congiuntura. Scrive, non anticipa le intenzioni mezzo-stampa.Qualche giorno dopo, la lettera diventa pubblica. E lo stesso Romano Prodi, presidente della Commissione Ue (che aveva definito «stupido» il Patto di Stabilità), si schiera contro l'iniziativa italiana. Inizia così una trattativa serrata, condotta in prima persona da Domenico Siniscalco, all'epoca ministro dell'Economia. La trattativa è aspra, con confronti «franchi e sinceri» fra le diverse delegazioni europee e l'Italia; ed il ministro del Tesoro con la stessa commissione. Ma in Europa tutti hanno voglia di superare le rigidità del Patto. È passato solo un anno dal novembre del 2003: quando l'Italia «salvò» Germania e Francia dalle sanzioni per deficit eccessivo.Così, i Paesi fanno a gara per introdurre criteri di flessibilità. Gli irlandesi chiedono sconti dal deficit per la spesa dei pannolini, i greci per l'acquisto di caschi da moto, i francesi per l'acquisto di pneumatici, i tedeschi per i costi della riunificazione delle due Germanie.Alla fine, dopo sei mesi di negoziato, Siniscalco riesce a far condividere il principio del good time e bad time. Vale a dire, i Paesi che attraversano un periodo di congiuntura positiva (good time) devono rafforzare gli sforzi per il risanamento; e per portare il deficit «verso lo zero»; quelli che sono in recessione (bad time) possono allentare la stretta sul deficit.Dopo sei mesi dalla lettera di Berlusconi, l'Unione europea (Juncker all'epoca era primo ministro e ministro delle Finanze di Lussemburgo, nonché presidente dell'Ecofin) riesce finalmente a modificare il Trattato sul Patto di Stabilità. Un risultato raggiunto attraverso la condivisione ed il rispetto delle procedure. Ma soprattutto attraverso la conoscenza delle regole europee; seppure, con qualche forzatura: soprattutto nei confronti della Commissione. Prodi, infatti, era contrario alla modifica del Patto, sembra, per non assegnare un successo a Berlusconi.

Quasi un anno prima, sempre seguendo le stesse regole, l'Italia aveva imposto la revisione del sistema delle quote latte, nonostante la contrarietà di tutto il Nord Europa.

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